Il fuoco e il caldo, Prometeo e le fate

Il fuoco e il caldo, Prometeo e le fate

8 Gennaio 2024 0 Di Lidano Grassucci

Mi sedevo davanti al camino e il fuoco scaldava il mio volto, ma le spalle avevano freddo. Mi domandavo perchè il caldo non andava, per giustizia, davanti e dietro me, ma si fermava davanti a me.

Allora chiesi all’uomo più saggio che conoscevo che era mio nonno. Lui mi parlava non per parlare lineare, ma come di parabole, come di assurde storie da capire. Mi parlò del dono del fuoco, del furto di Prometeo agli dei. Il fuoco cambiava le regole del gioco e gli uomini si facevano più vicini agli dei, e gli dei un poco umani. Ma? Prometeo pagò caro il furto, anche gli uomini furono puniti: vi riscalderete il viso, non la vita. Così sentenziarono gli dei.

Per questo gli uomini bruciando il mondo cercarono un modo profondo di scaldarsi dentro, di scaldarsi la parte divina del loro essere, l’anima.

Qui non potevano avere come complici ladri alla Prometeo o eroi della giustizia, ma potevano cercare solo fate, ninfe, streghe, eretiche, amazzoni, tante Giovanna d’Arco o Santa Teresa. Intendo creature capaci di leggere il volo degli uccelli, la forma delle nubi, le differenze tutte delle onde, la forma di ogni foglia del mondo, la grandezza del creato tutto, anche quello che sta dietro la postura del fuoco.

La domanda era: se Prometeo scende dall’Olimpo con il fuoco, da dove sale la forza che viene per donare il calore di vivere oltre la faccia?

La domanda resta inevasa per via del fatto che non c’è una risposta per tutte, ma ciascuna per una. E nonno mi raccontò di quella volta che ebbe tanta paura lungo vicoli stretti e bui. Poi la paura che era un uomo vestito di nero fu fermato da una donna vestita di bianco e lui non brividò ma si sentì nel caldo e ne comprese la ua anima il dono.

Il furto ci diede il fuoco, la meraviglia il caldo. Più o meno va così il comprendere il mondo, ci vuole la ragione che è nel fuoco, ma l’impossibile che è il calore. Gli stolti confondono la fiamma con il caldo, difficile capire che le cose del mondo di dividono in tante, tante cose, ciascuna nel suo senso.

 

Nella foto: Storie di Prometeo,  Piero di Cosimo 1515-1520