Sandro Penna e la mamma di Cori

Sandro Penna e la mamma di Cori

31 Gennaio 2024 1 Di Lidano Grassucci
Non tutti sanno che la madre di Sandro Penna, Angela Antonione Satta, era originaria di Cori e che il figlio poeta, d’estate, era solito trascorrere dei periodi nella casa sita in Via della Repubblica.
In Archivio è possibile visionare i documenti che risalgono fino ai nonni di Sandro. È così che vogliamo ricordare uno dei poeti più incisivi di sempre, il cui anniversario di morte, ricorreva il 21 gennaio
Leggo questo post di Biblioteca di Cori su Fb. Non lo sapevo, ma sapevo di Sandro Penna uno dei più grandi poeti italiani del ‘900. La mamma era Angela Antonione Satta.
Alla mia cara madre sull’imbrunire
Che bella giornata primaverile!
Il sole splende, è il mese d’aprile.
Dai campi goduti durante il giorno
contento e stanco di buon passo torno.
Suona monotona l’Ave Maria,
ed il sole adagio adagio va via:
godran le terre che riscalderai,
da noi fin a doman non tornerai!
Versi del 1922, versi alla madre e al distacco che hanno i bimbi, sempre, per ogni madre che diventa grande, sempre più grande nei ricordi. Sandro Penna non è un poeta di qui o di lì, la poesia non sta in un posto, anche quando la metti in un posto vola e diventa virale, sta ovunque anche oltre la barriera sua propria della lingua. A me piace pensare questo uomo non facile che prende gli odori dei vicoli, delle Sipportica, la solennità del tempio ad Ercole, i colori della cappella della Annunziata. In queste montagne basse e dolci che vedi il mare non puoi non stare nella fede e nella madre anche per correre via da madre e fede.
Sentivo nei versi di Sandro Penna qualche cosa che mi radicava ad una radicale visione del mondo, un mondo salmastro nell’aria quando l’aria viene dal mare, pulito di aria di monte quando scende da lì.
Lui, Sandro Penna, scrisse due versi che hanno segnato la ricerca della mia vita, la ricerca nostra è sempre una generosa ricerca di amore. I versi me li riportò un mio amico, Gianni Amaretto, che non eravamo lucidi ma alla ricerca di qualche assenzio da darci coraggio.
Se il tuo amore sapesse del mio amore
Trovai questo verso di una incredibile forza, lo trovai dirompente, stupefacente, allucinante. E’ un verso generoso nel dubbio che ogni amore deve avere e trasferisce in una sfera comune due disperazioni di chi ama. Il dubbio che è la forza del collante forte di incontrare persone diverse

Felice chi è diverso

essendo egli diverso.

Ma guai a chi è diverso

essendo egli comune.

Che dire, il mondo è tutto intorno a rime che vengono, quando vengono, di vite che vivono vissute e di amori che cercano sospetti di sapersi.