
Moro: il rapimento, l’umanità e la ragion di Stato
16 Marzo 2024Di questo tempo nel 1978 fu rapito Aldo Moro. Facevo il liceo, ero militante politico nei collettivi studenteschi, ero (e sono) socialista. La notizia arrivò mentre facevo il compito di matematica. Quindi in ritardo sappi di un fatto che cambiava le cose di questo paese. Ammetto, fino ad allora l’idea che erano tempi di un cambiamento imminente, un cambiamento in cui l’utopia con la sua poesia poteva poteva fare la differenza. Ma quel giorno si contavamo i morti. Cattolici e comunisti si fecero, per ragioni diverse, rigidi alla ragione di Stato. Noi… Noi fummo investiti dall’ umano dubbio che uno Stato non vale l’ unghia di una umana vita. Pensammo, con dolore su noi, che dovevamo salvare Aldo Moro, dovevamo mettere in campo non la pietà che era dei preti, non la ragione di un disegno della storia come facevano i comunisti, ma l’ umanità nostra, l’ umanitaria nostra, il mutuo soccorso che e’ darsi la mano in questo modo. Noi, noi socialisti, ci abbiamo provato a fermare il male e a salvare non il leader politico ma l’uomo. Sapete come è andata, Moro è morto assassinato, i socialisti sono stati cancellati dalla politica di questo paese. Di Moro non condividevo niente, ma niente, ma di lui uomo condividevo l’ umanità e quella è morta. A, dimenticavo, l’utopia? Senza umanità produce mostri. Mostri di questi tempi brutti. Cominciò mentre io tentavo di risolvere complicate funzioni. Rendo omaggio al coraggio di Bettino Craxi che fu capace di andare contro un consociativismo che stava determinando il declino del paese.