Meloni da ragione a Grassucci sul tricolore a brandelli in Comune

Meloni da ragione a Grassucci sul tricolore a brandelli in Comune

21 Maggio 2024 0 Di Davide FacilePenna

Voglio vedere se qualcuno ora dirà ancora che l’Italia non è il Paese dove tutto è
possibile. Negli ultimi dieci mesi il Direttore di questo giornale ha intrapreso una
singolar tenzone con l’amministrazione comunale di Latina. Amministrazione
comunale a trazione Fratelli d’Italia.
Il Sindaco e gli assessori, con l’aiuto social dei loro supports, hanno riposto da par
loro alle continue stoccate del santissimo Lidano.
Devo ammettere che io stesso mi ero un po’ scassato col Direttore per la continua
disfida “Tu ce l’hai con questi. E’ una cosa personale. Non gliene fai passare una. Sei
prevenuto”.
Poi però arrivano in aiuto delle tesi del Grassucci proprio Giorgia Meloni ed il suo
partito e mi devo ricredere.
Prima sbertucciano la candidatura di Latina a Capitale della Cultura 2026 e poi
decidono che chi non espone il tricolore in modo adeguato deve essere multato.
Per diverso tempo la storia di tricolore esposto a brandelli sulla Torre Comunale ed
all’anagrafe di Latina Scalo è stato motivo di scontro tra Er Director e le orecchie
sorde, a suo dire, dell’amministrazione.
Scandalo doppio perché si trattava di orecchie di partito che richiama nel nome
l’inno nazionale ma che non avrebbe, per Lidano, troppa cura del simbolo massimo
della nazione, “la bandiera verde bianca e rossa”.
Sembrava una polemica pretestuosa considerando le ben più rilevanti incombenze
che il Sindaco e gli Assessori devono affrontare.
Che sarà mai una bandiera un po’ sdrucita? Si aggiusterà appena arriveranno i
danari, magari quelli del “solito” PNRR che è buono per tutto.
Non la devono pensare così i Fratelli d’Italia nazionali che invece la prendono molto
seriamente la storia della bandiera da esporre e vanno oltre Grassucci, proponendo
salate multe per le amministrazioni poco rispettose del tricolore.
Il deputato Marco Padovani insieme ad altri 24 parlamentari di FdI ha presentato
alla Camera una proposta di legge, la numero 1.156, che vuole modificare la legge
del 5 febbraio 98, nr.22 ”Disposizioni generali sull’uso della bandiera della
Repubblica italiana e di quella dell’Unione europea”.
Gli onorevoli bandier-patrioti propongono di aggiungere alla norma l’articolo 2 bis
“La bandiera della Repubblica italiana e quella dell’Unione europea esposte nei
luoghi pubblici o aperti al pubblico devono essere presentate in uno stato
decoroso”.
Per chi non esponga il tricolore in uno stato, appunto, “decoroso”, viene prevista
una “sanzione amministrativa da 400 a 3.000 euro nel caso di inadempienza, con un

aumento fino a 5.000 euro se la violazione avviene in occasione di una pubblica
ricorrenza”.
La proposta è preceduta da una bella e lunga dissertazione sulla storia e
l’importanza del tricolore che sembra tratta dagli articoli scritti su queste pagine dal
garibaldino Grassucci ma invece è vergata, col sangue italico, dall’ottimo
parlamentare di FDI Padovani. “Le radici della nostra bandiera sembrano spesso
dimenticate, soprattutto quando viene esposta senza cura, in condizioni che non rendono onore alla storia d’Italia che rappresenta. Girando per le nostre città, troppo spesso vediamo davanti
ad enti pubblici e privati, istituti scolastici e private abitazioni bandiere a brandelli o erroneamente posizionate. Esporre in modo sciatto il vessillo tricolore non è una
questione puramente estetica, ma è segno di resa al degrado e un pessimo esempio
per i cittadini e, in particolar modo, per le giovani generazioni, perché significa
rinnegare in qualche misura l’orgoglio nazionale che tutti dovremmo sentire, proprio
in ragione del patrimonio identitario collegato a questo simbolo”.
La nuova disposizione non è ancora legge ma suggerisco, se non è stato fatto, di
portarsi avanti con il decoro vessillifero.
Sai che figuraccia se Giorgia Meloni venisse in visita ufficiale a Latina e vedendo,
come accadeva ad ottobre scorso, un tricolore sporco e stracciato sul Municipio,
dovesse sanzionare l’amministrazione della città che dà più voti al suo partito.