Il monumento di borgo Faiti e mio nonno Graziano

Il monumento di borgo Faiti e mio nonno Graziano

8 Giugno 2024 0 Di Lidano Grassucci

C’è un posto a Borgo Faiti davanti la chiesa, manco una piazza, uno slargo che poi da sul Sisto, il canale, più in là l’ Appia e i campi di Sezze. Un posto dove non ci va nessuno, dove non capita alcuno. Un posto che sta lì come tanti posti di questo mondo ai suoi margini. Ma… Ma per me e’ un posto speciale, un posto che sta dentro i buchi della mia vita e forse il primo seme dei buchi del mio vivere. Al centro dello slargo c’è un monumento, un poco mal messo, un monumento ingenuo dedicato ai caduti delle guerre. C’è in ogni campanile d’ Italia un monumento così. Ma in questo, per me c’è un fatto eccezionale: sotto la voce “Caduti civili” c’è il nome di mio nonno Graziano Bergamin. E’ tutto, dico tutto, quel che resta di lui. E’ tutto quello che segna il fatto che qui, in questo mondo c’è stato. Fu ucciso da un colpo di artiglieria navale sparata dalla marina e lo disintegrò a Piazza del Quadrato a Latina. Una botta sola, non deve aver sofferto, non ha sentito dolore, ma neanche ha potuto amare per quel che gli toccava. Finito. Oggi dicono che sistemeranno quel monumento con, anche, il nome suo. Ringrazio chi lo farà e a me resta il senso di questi sentire.

Come sarebbe stato lui con me? Mi ha cresciuto un altro nonno, di cui porto il nome, mi ha cresciuto con la pelle di cuoio, con una testardaggine che mi fa a volte cattivo, incapace di pietà, mi ha cresciuto come uomo di palude che la morte è sempre accanto, sempre beffarda, sempre pronta a dire la sua. Se ci fosse stato nonno Graziano forse sarebbe stato diverso, sarei stato diverso. O no? Sta di fatto che ora questo ricordo e’ una vita che non mi è toccata in sorte. Sono orgoglioso di essere come sono ma quella carezza che mi toccava di diritto non l’ ho avuta e questo mi manca. Solo un nome su di una pietra, ma meglio di niente, nel niente. Ho qualche cosa di una vita diversa.