La nostalgia di chi non si è mai spostato
16 Agosto 2024Incontro il mio amico Cacetto, Mario, come me setino trasferito a Latina che era ancora piccolo. Io ero già più grande quando ho fatto lo stesso. Ci sarebbero mille modi per dire… Non ci torniamo piu’.
Lui aggiunge “eppure non ci riesco a staccare e più passa il tempo…” . Beh per me è lo stesso e ci capiamo, nessuno dei nostri che seguiranno tornerà la’. Tra un filo di generazioni non ci sarà più il ponte del ricordo, così, io e lui, teniamo questo amore bambino, e ci sentiamo bimbi tra quei vicoli come siamo stati.
E mentre rammento l’ incontro con Cacetto (e’ il suo soprannome) vi racconto cosa è essere setini, contadini setini e spiego il legame. Scrivo un pezzo sul bisogno di fare tornare le rane nel piano, nella palude. Chi conosce questo posto sa bene che questa è terra di rane, zanzare, cavalli e butteri. Gli ultimi due non torneranno più, troppe auto e troppi impiegati statali. Per le zanzare , le odio e quindi non ne chiedo il ritorno. Ma le rane, si.
Lo scrivo e lo pubblico. Poche ore e Lillo La Scafarola, mi dice “Lì, i granunchi ci stao alla Giariccia e che cantate se fao”. Mi informa che qualcosa del nostro mondo resiste, che esiste una ultima legione di rane che sfida la banalità presente. Il mio spirito contadino si gonfia di orgoglio e affonda l’ uomo educato che sono diventato. L’uomo che cerca di non fare notare che nello stagno non c’è acqua ferma ma rane capaci di ardite nuotare e di mangiare larve di zanzare. Guerra naturale e vita per vita. Insomma è la mia educazione siberiana, quella che mi fa nostalgico delle rane e legato a quel posto dove resistono le rane, Insomma è il legame che spiega che io e Cacetto siamo soldati dell’ ultima legione di rane che sogna e combatte per un impossibile ritorno, ma noi da lì non ci siamo mai spostati come le rane alla Giariccia.
Nella foto la mia classe delle elementari
Molto bello il suo articolo, per una setina che non è mai riuscita ad andare via da questo paese nonostante…..