Chitarra e mitra, le generazioni dopo Woodstock
19 Agosto 2024Volevamo cambiare il corso delle cose. Fare cose che non si potevano prima neanche pensare. Furono anni formidabili nei sogni, cattivi per i morti e .. anche noi diventammo poco umani per un’utopia che non sapevano fosse un leviatano terribile. Di quel mostro molti di noi in seno hanno il culto e non ne sentono il limite. Oggi, un oggi del 1969 i ragazzi d’ occidente provarono a essere felici e da noi la ricerca duro per altri 10 anni ma… Fu mortale l’ appendice di sangue nelle strade dell’ umanesimo fu colpo di coda senza pietà. Ma quel tempo diventarono liberi i baci, i ragazzi e le ragazze si sentivano battere lo stesso cuore. Così è vero del mostro ma anche vero il resto, oggi ogni libertà è figlia di quella felicità e lo rivendico. Sono uno dei ragazzi del baby boom, uno dei ragazzi che ha combattuto per essere eguali, maschi e femmine, alti e bassi. Certo ci siamo arenati, ci hanno manovrato mostri, ma noi siamo stati liberi di attraversare piazze con zingari felici, di chiedere le rose davanti a nostri padri che avevano chiesto solo pane, di chiedere la luna e nessuno l’ aveva fatto. Siamo stati quelli dell’ impossibile e forse ci saremmo riusciti se non ci fossimo traditi nella banalità della vita borghese e non c’è nulla di più triste di un proletario che fa la contabilità del riscatto. Così andò, ma non mi pento di quel vento di Woodstock che avvolse le orecchie d’Europa.