
La lezione del sindaco di Como e le conferenze di servizio di Latina
12 Febbraio 2025Mi imbatto, questa mattina, in una intervista su Radio 24 condotta da Alessandro Milan (uno, nessuno 100 Milan) con il sindaco di Como, Alessandro Rapinese che racconta di come ha “deciso” e spiega così quanto conta aver deciso. L’Italia è il paese delle mille eccezioni e di come la cosa pubblica sia sinonimo di “cosa di nessuno”, invece è cosa del contribuente. La signora Margaret Thatcher sottolineava che i soldi pubblici non esistono ma esistono i soldi, appunto, del contribuente.
Cosa ha fatto il sindaco di Como?
Durante il mandato, Rapinese ha messo in atto iniziative per contrastare l’evasione fiscale, tra cui il divieto di iscrizione agli asili comunali dei figli degli evasori e la revoca della concessione del suolo pubblico per i bar che non pagano la TARI; inoltre ha istituito un servizio di carro attrezzi per rimuovere le autovetture con targa svizzera parcheggiate in divieto di sosta e per le quali, a causa delle difficoltà legali per riscuotere all’estero, non si pagavano mai le sanzioni
Risultato? A Como tutti pagano il dovuto al Comune, tutti. Lo hanno criticato i suoi (è stato eletto con un raggruppamento civico), lo hanno criticato gli avversi, gli indigenti (o presunti tali), la Chiesa nella sua carità, e lui è rimasto del suo.
Racconto questa storia per via del fatto che da noi l’arte non è quella di decidere, ma di evitare rogne, di carezzare il gatto per il verso del pelo temendo i graffi. Nella vita si sceglie, in politica si persegue un progetto.
Il sindaco di Como ha rischiato nel non far iscrivere i figli di chi aveva debiti col comune all’asolo nido, lo ha fatto anche quando ha tolto le autorizzazioni all’uso del suolo pubblico, ma aveva il progetto di dare equilibrio verso chi pagava.
Ecco, se fossi, Matilde Celentano, il sindaco di Latina comincerei da cose banali:
mandare una ruspa a foce del Duca per riattivare il ricambio d’acqua di Fogliano, salvo rivalermi su chi non lo ha fatto e doveva;
togliere ciò che resta del distributore di carburante di via Carducci salvo poi rivalermi su chi doveva e non ha fatto;
cercare i fondi per aprire la biblioteca comunale ma seriamente e non come simulacro;
mandare i vigili urbani a passeggiare per la città pretendendo che salutino con un cortese buongiorno i cittadini che incontrano perchè sono vigili e non reparti d’assalto;
infine avere la forza di essere impopolare oggi per essere coerente domani con coloro a cui chiediamo il voto e farci popolari, magari facendo come il sindaco di Como per gli incassi.
Così mi è venuto in testa, perché penso che bisogna fare più ordinanze e meno “conferenze dei servizi”, le responsabilità bisogna assumersele e non condividerle.
S’i’ fosse foco, arderei ’l mondo;
s’i’ fosse vento, lo tempesterei;
s’i’ fosse acqua, i’ l’annegherei;
s’i’ fosse Dio, mandereil’en profondo
Cecco Angiolieri
Se fossi Lillo, come Lillo sono continuerei a dire tanto non costa niente, ma nel mare delle parole che dicono i cantastorie, i preti, i saggi ignoranti c’è il senso di domani.