L’Europa e i sicari “Comuni” di Durigon

L’Europa e i sicari “Comuni” di Durigon

4 Maggio 2019 0 Di Lidano Grassucci

C’era Massimo Cacciari sindaco di Venezia e c’era il vento incredibile di tangentopoli, i sindaci furono allora una “speranza” per una sinistra che aveva perso il riformismo (per il golpe giudiziario e infame contro i socialisti) e pure il “farem come la Russia” per il crollo del muro. Un “soccorso rosso” che non curò la malattia che, allora, era Silvio Berlusconi, dovettero chiamare il mortadella, quel Romano Prodi, che è l’unico umano ad aver battuto Berlusconi. Ora? Ora la crisi è anche a destra e a Latina Forza Italia, con Salvatore De Meo, e Fratelli d’Italia, con Nicola Procaccini, fanno ricorso ad un inedita riedizione dei sindaci rossi in salsa conservatrice.- Funzionerà? A Sinistra non ci sono candidati “locali” e il voto, se c’è, etnico è tutto su queste due opzioni, la Lega di Claudio Durigon è rinculata nella candidatura di Matteo Adinolfi, non certo un prodotto da esportazione. Anzi una trappola avvelenata per l'”allargamento” giudicato da molti dentro la lega, eccessivo, del Durigon. Insomma la Lega si è ridotta a beghe interne e gli altri, i partiti con l’Italia dentro, hanno chiamato la guardia pretoriana dei sindaci. Come andrà? C’è da dire che in questa campagna elettorale l’interesse sulla compagine del parlamento continentale è zero, molta invece è l’attenzione al maxi sondaggio sul governo e in questa chiave i due sindaci potrebbero essere alleati inconsapevoli dell’anti duriganesimo, come dire loro potrebbero essere gli autori di un “ridimensionamento colposo” di mister 100.