La pizza di Luca Mastracci: “Pupillo” e le mani in pasta

La pizza di Luca Mastracci: “Pupillo” e le mani in pasta

6 Maggio 2019 1 Di Antonella Andriollo

Ambizioso e deciso, Luca Mastracci meglio noto come Pupillo, è un ragazzo di 27 anni che ha fatto rinascere la pizza, i prodotti del suo territorio e la speranza che, con la giusta dose di impegno e fiducia in sè stessi, si può arrivare ovunque anche ad essere premiato dal Gambero Rosso come Pizzaiolo Emergente 2019 ad appena un anno dall’apertura della sua attività. Nato e cresciuto a Priverno,  tra le strade che lo hanno visto crescere ha deciso di aprire la sua pizzeria, diventata in breve tempo tra le più rinomate del territorio. A gennaio ha voluto scommetere ancora sulla sua terra, aprendo una seconda pizzeria a Frosinone.

La strada di Luca nell’arte bianca inizia un giorno di Pasquetta, a San Felice Circeo. Fa caldo e tutti sono al mare a godersi il primo sole della stagione, qualche pallone inizia ad avvicinarsi al cielo e alcuni ombrelloni mostrano timidamente le proprie estremità. Le onde del mare sono ancora un po’ arrabbiate dal freddo che è stato.

Un ragazzo non ancora ventenne, spensierato quanto il clima che lo accoglie, non sta giocando al sole con gli amici. Non ha tra le mani un gelato o una birra fredda che lo consolano dall’afa. Davanti ai suoi occhi le increspature di un fuoco sempre acceso, la durezza di una pala che accompagna nella bocca di fuoco un cerchio molle e profumato.

Questa sarà l’immagine che accompagnerà Luca da quel momento in poi, anche se in quella giornata frenetica lui ancora non lo sa.

Troppo giovane per afferrare certezze, ma abbastanza adulto da scegliere una strada. Di dire ai genitori che voleva imparare con le mani.

La fiducia smuove le menti

Luca si innamora di quel profumo e come succede sempre con i sentimenti buoni, vuole conoscerlo meglio, vuole sapere i segreti, le imperfezioni di quest’arte bianca. Studia, sperimenta, passa la farina tra le mani con la stessa dedizione con cui le nonne sgranano il rosario la domenica mattina. Poi parte, perché chi ha tanto nella testa deve riempire anche gli occhi di mondo e a 22 anni va a Dublino. Di quell’esperienza Luca ricorda soprattutto la fiducia che gli viene data. Quella fiducia che lo mette alla prova tanto da dover prendere da se stesso tutte le sue capacità. Tanto da capire di potercela fare.

L’embrione di un’idea prende forma e il nostro torna a casa. I suoi sogni sono altrove. I suoi piedi reclamano terra conosciuta.

Lavora, collabora, sperimenta, sogna per poi decidere che non c’è posto migliore di casa.

Torna a Priverno, paese che vanta l’Abbazia di Fossanova e la sagra della falia e broccoletti.

Il piccolo Pupillo della compagnia si è fatto grande.

Cosa manca qui che posso trovare da un’altra parte? Nulla si risponde. E così inizia.

Appende il suo nomignolo alla porta, lo mostra sulle tovaglie, sui menù. Pupillo Pura Pizza. Diventa vanto per lui e per chi condivide il suo progetto.

Nelle sue mani la base della pizza napoletana diventa un palco su cui fa sfilare tutti i sapori, gli odori, i ricordi di questa terra.

Luca Mastracci in arte “Pupillo”

Insieme si fa più strada

Ma nel suo sogno questo ragazzo dagli occhi scuri non è solo. Con la stessa fiducia guadagnata tempo prima in terra straniera, raccoglie intorno al sé il meglio della produzione locale. Mario De Angelis gli porta ortaggi biologici a km 0; Alveti&Camusi di Latina il fiordilatte; Il caseificio Cinque Stelle di Amaseno la mozzarella di bufala; La Fattoria Lauretti alleva maiali “pesanti” solo per lui, che li ha scelti per la qualità delle carni.

“Qui le GDO non ci entrano” dice deciso.

Cosa serve per fare tutto questo? “ un’ etica mi dice. Pensare con la propria testa perché non si può sempre battere la strada percorsa da altri, ormai il loro tempo è passato, diventa ricordo a cui ispirarsi ma da non tenere troppo vicino”.

E il rischio? La paura del fallimento? “ Quando fai l’imprenditore il rischio c’è sempre. Ma bisogna credere nel proprio progetto per portarlo avanti. Che poi io faccio sempre il pizzaiolo”.