Matteo Salvini a Latina, le Lega tra morte e rinascita
6 Maggio 2019Nuovo bagno di folla per Matteo Salvini ieri a Latina. Il leader della Lega è tornato nel capoluogo pontino, nove mesi dopo la festa regionale del partito che si era celebrata al Parco Falcone Borsellino lo scorso 29 settembre 2018.
Piana delle Orme ieri traboccava di sostenitori del “capitano”, vice presidente del Consiglio, ministro dell’Interno e leader del partito in testa nei sondaggi nazionali.
Ma la storia della Lega è una storia di morte e rinascita, che ora sta trovando la sua consacrazione anche a Latina, che di certo non era l’elettorato di punta considerato dal Carroccio ai suoi albori.
La svolta della Lega Nord arriva nel 2012, quando uno scandalo fatto di soldi, lingotti d’oro e diamanti vedeva coinvolto direttamente il “padre” e leader del partito, Umberto Bossi. Le cronache di quei giorni narrano di 49 milioni di euro di fondi pubblici di rimborsi al partito, usati per fini diversi dalle attività di partito, sempreché tali attività si potessero codificare.
La Lega Nord venne letteralmente travolta. Ma uno scandalo di quelle dimensioni ha due soluzioni possibili: morte o rinascita.
La rinascita della Lega (Nord)
La Lega Nord scelse la rinascita, che passava prima per mettere da parte il padre fondatore. Il partito passò nelle mani di Roberto Maroni, poi nel 2013 un congresso federale scelse come segretario Matteo Salvini che ebbe la meglio proprio su Umberto Bossi.
La Lega Nord aveva deciso di voltare pagina e lo faceva radicalmente aprendosi fin dove era inimmaginabile solo qualche mese prima.
Matteo Salvini decide di cambiare l’approccio della Lega. Non più il partito che chiedeva l’autonomia del nord Italia o almeno il federalismo fiscale, ma un movimento in grado di andare a prendere consensi in tutta Italia. Non poteva certo chiamarsi Lega Nord. Ed ecco arrivare “Noi con Salvini”, questo il nome che scelse il partito per presentarsi al sud, che sa tanto di partito personale.
Noi con Salvini è il progetto in cui a Latina all’inizio credevano in pochi. Due di quei pochi però a quanto pare stanno raccogliendo i giusti frutti. Uno è Francesco Zicchieri, eletto consigliere comunale a Terracina nel 2016, ora alla Camera dei Deputati e coordinatore regionale del partito. L’altro è Matteo Adinolfi, eletto anche lui in consiglio comunale a Latina, ora coordinatore provinciale del partito e candidato al Parlamento Europeo.
Poi è arrivata la decisione di fare a meno di Noi con Salvini e persino del nome Lega Nord. Alle elezioni del 2018 in tutta Italia appare solo ed esclusivamente il simbolo “Lega – Salvini premier”. Via la parola “nord”, perché adesso la Lega è altro.
Tutti sul carroccio della Lega
L’essere adesso un partito nazionale che si muove sull’onda del no agli immigrati, difesa dei confini, nazionalismo e patriottismo attira sempre più consensi. Non solo di chi vota, ma anche di pezzi di classe dirigente. Ecco che anche a Latina il partito cresce, ingloba ex AN e non solo, abbandona l’ossessione di rimanere puro e accoglie diverse personalità che oltre a portare voti portano idee e relazioni sul territorio.
E a quanto pare l’elettorato non si è allontanato. Perché quando arriva Matteo Salvini la piazza risponde, quasi fosse il salvatore della patria. Lo ha fatto anche ieri a Piana delle Orme. Ora per la Lega è necessario che il consenso nelle piazze si trasformi in consenso nelle urne. Un detto dice “Piazze piene, urne vuote”. La Lega di Salvini è pronta a smentire anche questo detto. Appuntamento al prossimo 27 maggio, quando si faranno i conti dei voti delle elezioni europee.