Il mio amico, spero ne abbiate anche voi di amici così

Il mio amico, spero ne abbiate anche voi di amici così

10 Maggio 2019 0 Di Lidano Grassucci

Questo articolo è del 2012 (25 novembre 2012), l’ho scritto per me, ma oggi lo voglio condividere perchè l’amicizia vera è rara, la bontà pure, e la normalità è così stupidamente cattiva. E’ una storia mia, ma non solo mia, spero ne abbiate tutti, di amici così.

La luce è la cosa che ti prende quando c’è. Quando c’è è come se tutto fosse vivido quanto il buio fa timore e brivido. Quanta paura da ai vecchi la giovinezza, quanto timore fa il moto agli stanchi, quanto stupido odio fa il sapere che la viva vera non è di chi ha già visto ma di chi vedrà. Guardate gli occhi di chi incontrate se vedranno ciò che non vedrò mai io hanno già vinto. Perché la luce è il miracolo nelle giornate di novembre che si fanno vivissime nel freddo che arriverà, come il prossimo treno alla stazione. La paura di guardarsi negli occhi, come se quella luce umana dell’altro fosse offesa nel nostro egoismo triste di vite misere se non sono con divise, divise per i legami che ci fanno non bestie ma persone. Un mio amico mi chiama torna dall’Africa un bimbo, un parente che non sapeva di avere. Il mio amico non ha molto, non lo ha mai avuto, ma non ci ha pensato due volte a dividere. E non lo fa per Cristo, per coscienza, per idea ma per generosità, per il genere umano che è la luce di oggi se la vuoi vedere. Il mio amico mi invita a vedere le foto di quel bimbo che ama e non ha mai visto. Il mio amico è uno di quelli che mica mi ha mai tradito. Una volta si fidanzò e mi chiese “mo mica verrai tutti i giorni da me”. Mi misi a ridere, mi ha aspettato per tanti giorni. Era il migliore, lo è ancora sorride sempre e la vita per lui non è meno avversa che per altri. Mi ha telefonato per dirmi che “Lì, arriva”. E pareva ridere al telefono, mi sarebbe venuto da piangere se avessi potuto farlo. Ma i bimbi non piangono e gli uomini meno. Questo mio amico mi insegna a vivere da tanto tempo e oggi mi da una lezione, lui non si è interrogato sul dolore dell’arrivo ma sulla bellezza dell’incontro. Lo saluto con la mano, esistono cose migliori e lui è meglio. Tanto meglio ed è questa luce di oggi. Sarà felice e io sono con lui