Latina e l’apatia del dopo Giro d’Italia

Latina e l’apatia del dopo Giro d’Italia

17 Maggio 2019 0 Di Emilio Andreoli

Latina torna apatica dopo il giro d’Italia. Ci auguriamo tutti un altro evento, per farla uscire dal silenzio e dal suo torpore. Intanto su Rai 2, non hanno detto che siamo un paesino vicino Roma. Che sia di buon auspicio?

 Latina è ripiombata nella sua apatia, dopo la botta di vita del passaggio del Giro d’Italia. Nonostante  il freddo e la pioggia, i bordi delle vie della carovana tricolore erano piene di gente, affollate oserei dire, in un posto dove la folla è rara.

Bambini festanti e non solo, sotto gli ombrelli, a incitare i corridori. Senza dubbio una bella festa, in barba a chi si è lamentato o ha gufato contro, perché gufare è lo sport preferito da alcuni in questa città. Quelli meno temerari invece, si sono goduti lo spettacolo al caldo, su Rai due. I telecronisti hanno pure accennato un po’ di storia della città più giovane d’Italia. Si spera che i loro colleghi abbiano capito che Latina è un capoluogo di provincia.

Anch’io non potevo perdermi questo giro, quello precedente era passato da queste parti ventisette anni fa. Se faccio i conti il prossimo sarebbe nel 2046 e io non credo di potermelo permettere. Non mi immagino a ottantasette anni con freddo e pioggia, sul ciglio di una strada a incoraggiare i corridori come ho fatto in questo. C’erano anche i miei figli, e quando mi hanno sentito urlare e incitare, mi hanno preso un po’ per matto: “papà, neanche allo stadio ti ho sentito tifare così” mi ha detto mio figlio tappandosi le orecchie. In realtà mi sono stupito anch’io, ma vedere quegli uomini segnati dalla fatica, che sembrano molto più grandi di quel che sono e che pedalano imperterriti sotto una fitta pioggia, è pura poesia.

Devo anche ammettere che conosco poco la nuova generazione dei corridori, sono rimasto al romanticismo di Pantani, ma sono legato al giro perché era l’unico evento sportivo che seguiva mio papà: “questi sì che si fanno il mazzo, altro che i calciatori” borbottava, sapendo la mia passione per il pallone… e come dargli torto?