Sezze, la statua la chiesa e il silenzio per guardare il piano

Sezze, la statua la chiesa e il silenzio per guardare il piano

17 Maggio 2019 0 Di Lidano Grassucci

Non sono pregiudizialmente contro o pro l’amministrazione setina e lo stesso vale per le opposizioni. Poi chi vive distante deve tenere “le distanze” e i ricordi non sempre sono buoni compagni di giudizio. Ma l’idea di una statua al belvedere di Santa Maria, la buca conseguente e il dono, più la rete del posto da cui pur vengo mi fa ricordare. Una sera, anzi era notte, sono “ricapitato” lì da solo, un silenzio in un vuoto che non ricordavo per il vociare dei bambini del baby boom di cui ero parte. La chiesa era lì, capoculo, per via dell’incendio che capovolse il senso del pregare, e la storia era del mio mestro Silvio Sacripati così innamorato di questo posto, che mi resta in dote. Poi il piano che si vedeva tutto nelle mille luci con alle spalle il silenzio di quando ero arrivato. Ho sempre immaginato lì il vecchio e il bambino di Guccini con l’anziano che dice: “immagina questo coperto di grano…” ed il vecchio ha le mani dure di cuoio di mio nonno. Perché i posti non sono mai indifferenti, sono essi stesse storie. Lì, dentro la chiesa presi la mia e unica ostia dopo la confessione per l’imbarazzo che avevo di non ricordare l’atto di dolore, prima, poi per decisione antipreti. Ha senso questo posto non certo per conservarlo immutato, ma anche per salutarlo parlandone, raccontando se è il caso o meno. Una statua lì sarebbe un compagno di sguardo verso il piano, ma la bellezza è la pulizia dello sguardo solitario. Non so bene, la nostalgia mi confonde, ma mia piace la pulizia di quel posto, la rigorosità contadina che contrasta con il rumore nobile del barocco, con la necessità di mostrare del liberty. Una pulizia di spazi rara nel rumore delle casette del piano, nell’affardellarsi della vita della periferia setina.

Si capisce che sono vecchio, ma qui ho pianto amici e relazioni, e quel pianto era indossato dal posto. Mi scuserete, e chiedo perdono a voi che li siete, ho invaso e non voglio contare. Però testimonio che era bellissima la pulizia di uno spazio incredibile quando venivi da vicoli e strade e la piana era verde ed il cielo aperto e blu.