In morte di Francesco Faustinella, ciao Clark Gable

In morte di Francesco Faustinella, ciao Clark Gable

24 Maggio 2019 0 Di Lidano Grassucci

Lo chiamavamo Clark Gable in una Sezze fatta di tanti bambini e di vecchi meno. I vecchi  erano semplicemente dei saggi a cui ispirarsi, ma poi volevamo diventare grandi da soli.

Al secolo Francesco Faustinella , era capace di battute fulminee, era rapido di testa. Rideva sempre e non segnava mai nessun tipo di arroganza. Una persona di una antica educazione e, quando due giorni fa, Lidano Caldarozzi mi ha raccontato che stava male sono rimasto di sale, perché lo incontravo spesso nelle cerimonie della Cisl o per strada, mentre passeggiava per Latina, e si fermava sempre, ci fermavamo sempre a chiacchierare con un sapore di intimità antica.

C’era la battuta e il gioco a fare gli intelligenti. “Ma chi farà il sindaco?”, poi se era di Sezze o di Latina era poco importante.

Così se ne è andato e se ne è andato d’improvviso. Ci sono delle persone così discrete nella vita e così presenti nella vita degli altri che quando se ne vanno continuano a starci e lo fanno con la medesima discrezione.

MI trovavo con lui perché avevamo imparato a sfotterci nello stesso mondo, e sfotterci e anche questo non è facile in questi tempi dove nessuno ride, nessuno piange. Un mondo dove i sentimenti sono banditi da una paura assurda, da una paura che ci sta bloccando che sta impedendo di creare le reti sociali. Ecco mettiamola così: faceva, facevamo parte,  di una rete sociale che ci eravamo costruiti in un piccolo posto da cui poi dopo saremo dovuti andare in un grande posto che è la vita. Mi chiedeva, quasi ad esordio di ogni incontro,, sempre: “ma Giancavetto da quando non lo vedi…” e cominciavamo a rincorrere le nostre sorti. E’ stato assessore socialista a Sezze, in un tempo in cui eravamo un poco ottimisti.

Se ne è andato all’improvviso,  se ne è andato che poteva ancora dare tanto al suo sindacato, la sua Cisl,  ma anche alla vita sociale e politica. Per scegliere per fare politica, per stare in mezzo alla società devi avere una educazione civile, Francesco aveva un’educazione civile. Aveva l’idea di stabilire con gli altri dei rapporti legati ai valori ai sentimenti alla riconoscibilità dell’altro. Oggi si cerca tanto la giustizia, ecco la giustizia è riconoscere l’altro come interlocutore non averne paura. Lui, Francesco, era così riconosceva l’altro e riconoscendo l’altro raccontava e testimoniava una cultura sociale e politica. Ti saluto Clark Gable e se ne va un pezzo della nostra infanzia che poi è diventato la vita nostra per intero, e mi scuserete se tra le righe avete trovato qualcosa di personale, ma in fondo questo è, era eravamo della stessa genia.