Tra sovranismo e Europa, la scelta di essere europei (I risultati all’estero)

Tra sovranismo e Europa, la scelta di essere europei (I risultati all’estero)

26 Maggio 2019 0 Di Lidano Grassucci

I risultati dei prima paesi dove già si è votato segnano un punto: l’Europa non è un teatro artefatto, ma un bisogno necessario. Gli europei, mezzo miliardo di persone (meglio di cittadini che nel mondo essere cittadini è una conquista ed una eccezione) sanno che divisi non sono, sanno che uniti hanno il dna della storia del mondo. La vicenda inglese della Brexit è come vedere un film in bianco e nero quando sono evidenti i colori della vita che sono entrati nel cinema. Ci hanno detto che esisteva sovranismo o Europa, dimenticavano che tra questi due estremi esistevano, semplicemente, gli europei. Chi sono gli europei? Coloro che sanno che ogni vita conta per se stessa e non si vive a gruppi, a categorie, a caste, a masse. Sono quelli che hanno capito, a loro spese, che Dio non concede concessioni in esclusiva della verità, ma ama diversità meravigliose. Gli europei sono tali per modo di vedere la vita non per modalità di far di conto. Sono la testa del mondo in un mondo dove tutti abbiamo bisogno degli altri.

Queste elezioni investono sul coraggio, non bloccano sulla paura. Non conosco il domani, ma so di certo cosa è male di ieri: il pensarsi meglio, il chiudersi e bastarsi, il pregare pensando di farlo meglio degli altri, l’avere un capo da servire e non una libertà da onorare. Ecco, un poco gli europei oggi hanno detto questo, che vogliono sognare insieme e non morire soli.

In Slovacchia gli exit poll danno avanti i filo-europeisti.

A Cipro vincono i conservatori del Disy con il 28-32% dei voti, che appartiene alla famiglia del PPE. Al secondo posto il partito comunista  col 26-30%, poi i socialdemocratici  (13-15,5%) e di Edek (9-11%). Il partito di estrema destra Elam, che raggiunge il 7,5-9,5%.

In Austria il Partito popolare (Oevp) è primo con il 34,5% dei voti, con 7 punti in più rispetto al 2014. Segue il Partito socialdemocratico con il 23,5%, stabile rispetto al 2014. L’estrema destra del Partito delle libertà (Fpoe) ottiene il 17,5%: un risultato analogo a quello ottenuto nel 2014.

In  Germania  prima la Cdu con il 27,5%, perde il 7,8%. L’Spd è al  15,6%, perdendo l’11,9%.  I Verdi: arrivano al 20.5%, con un +9.8% e diventano il secondo partito. L’estrema destra dell’AfD sta al 10.5%, +3,4%.

In Francia Marine Le Pen con il suo partito avrebbe superato il partito di Emmanuel Macron.

In Grecia i partiti europeisti sarebbero in ampio vantaggio sull’estrema destra

A Malta si conferma la netta vittoria del partito laburista del premier Joseph Muscat, al 55%,

In Olanda laburisti del PvdA di Frans Timmermans ottengono il 18,10%, seguiti dai liberal-conservatori (VVD) del premier Mark Rutte al 15%, mentre i Cristiano democratici (CDA) sono al 12,3%.

In Ungheria primo il partito del premier ungherese Vitkor Orban. avrebbe ottenuto il 56% dei voti.

In Irlanda  i popolari di Leo Varadkar si confermano primo partito con un 29% di voti e una previsione di 4 seggi.

In Finlandia conservatori in testa, battuti i sovranistipopulisti battuti.