Europee: Sezze perde la diversità, ma tanto che fa… siamo Ponte di Legno

Europee: Sezze perde la diversità, ma tanto che fa… siamo Ponte di Legno

27 Maggio 2019 1 Di Lidano Grassucci

Una volta c’era differenza, quando salivi d’altezza cambiava anche il tono della voce. Ora? Se predente i voti alle Europee di Sezze e li sovrapponete a quelli di Latina sono identici. Sì uguali che pare sia passato uno con la fotocopiatrice. Direte, ma sono europee, che fa. Già che fa, nulla fa. La setinità si è fatta sezzitudine e non c’è alcuna differenza, un quartiere anonimo di una anonima città della periferia romana. A, è vero, se chiudono il belvedere con una statua che chiude il “vedere” ma che vuoi pretendere. Se il natale della città lo decide una associazione privata di tanta buona volontà ma non certo la cassazione della Storia patria. Se il venerdì santo si onora non a scadenza ma alla bisogna, tanto che fa. Parli tu che manco sei di qua, e pure questo è vero, sono di un altro tempo e quindi di una differenza temporale che mi fa estraneo al presente. Che fa, c’è una statua da piazzare.

Che fa se sto in maggioranza con la sinistra per governare ma voto anche un poco la Lega per essere alla moda e non saltare la festa di questo giro. E non lo faccio di nascosto ma con gran rumore come un temporale: lo fa Sinibaldo Riscioli, lo fa Mauro Calvano, lo fa Enzo Polidoro, l’assessore Antonio Di Prospero che hanno ora da far festa con Matteo Adinolfi (l’uomo che passo direttamente da Borgo Piave a Bruxelles senza passare dal via, come si direbbe a Monopoli), e Alessandro Ferrazzoli che si è speso per Forza Italia con minor fortuna. Capisco che mille scuole gareggino, che mille fiori fioriscano ma è “na rattattuglia”.

Il tutto nella indifferenza del “ma tanto che fa”. Che fa se nel paese dell’occupazione delle terre, nel paese dei contadini senza terra, nel paese dove anche i sassi erano del verbo socialista, poi comunista se trovi l’ovvio di una Latina con il suo vuoto.  Ma di questo non si discute, si aspetta che passi.

Quando qualcuno osservava: ma la Passione del venerdì santo è fede popolare e non spettacolo da tv con i commentatori come a giochi senza frontiere, e attori modello 600 giù di carrozzeria per parafrasare Toto Cutugno. Ma che fa, nulla fa.

 

Vignetta di Catalina Stan