Procaccini e De Meo, le icone della Lega

Procaccini e De Meo, le icone della Lega

28 Maggio 2019 0 Di Rinaldo Ceccano

L’elezione dei Sindaci Nicola Procaccini e Salvatore De Meo sono l’ulteriore dimostrazione che in politica devono contare i territori. I primi cittadini di Terracina e Fondi, neoeletti deputati europei, sono universalmente riconosciuti come ottimi amministratori, interpreti del cambio di passo delle rispettive città che hanno guidato nell’ultimo decennio. Difatti sono le icone del sistema Lega per la scelta delle proprie classi dirigenti.

Procaccini e De Meo, l’altra vittoria della Lega

Procaccini al traino della crescita di Fratelli d’Italia, De Meo nonostante il crollo di Forza Italia: in comune il consenso delle proprie comunità territoriali. Apprezzati nella quotidianità dell’amministrazione, nella concretezza del vivere nei problemi e con le aspettative dei propri popoli.

Se la Lega passa in tutta Italia adottando il modello di partito territoriale,  scegliendo candidati formatisi nelle trincee dei consigli comunali divenuti le nuove scuole di formazione politica amministrativa dell’esercito salviniano, in provincia di Latina, Forza Italia e Fratelli d’Italia sopravvivono al tsunami leghista adottando lo stesso modello: candidano le proprie energie migliori che si sono distinte, e formate, nell’agone dell’amministrazione comunale, nel vortice delle problematiche locali e nella costruzione costante di soluzioni, nella ricerca di percorsi innovativi per promuovere lo sviluppo del proprio territorio.

Il Partito dei Territori

Se nell’epoca delle divisioni ideologiche la capacità di trovare soluzioni era un fiore all’occhiello, adesso è l’unica ancora di salvezza. Il “buon governo delle amministrazioni locali”, nel finire del secolo passato era il mantra degli ex comunisti, che si vantavano dei risultati raggiunti dalle giunte rosse contrapposti ai presunti scarsi risultati dei governi nazionali del centrosinistra. Capacità di trovare soluzioni, rappresentare le comunità territoriali, sono il valore aggiunto per essere  selezionati come classi dirigenti dell’Italia governata dal partito più antico dell’arco costituzionale, la Lega. Difatti è ciò che ha permesso a Fratelli d’Italia di strutturarsi a livello nazionale crescendo costantemente ad ogni elezione: Calandrini e Procaccini sono le esperienze di casa nostra; alla Lega di costruire una intera classe dirigente. E’ anche ciò che Fazzone propugna per rifondare Forza Italia e di cui De Meo è l’esempio. Di converso l’incapacità della sinistra di promuovere come classe dirigente nazionale i propri quadri locali è uno dei motivi per cui l’ultimo eletto d’area, scelto e non paracadutato,  è Vincenzo Recchia. Una era geologica fà.

La Lega stravince nelle urne e impone il metodo di scelta sui territori

La Lega deve la sua rinascita alla scelta di legarsi indissolubilmente ai territori, ad amministratori che si cimentano da sempre nello scegliere, prendere parte, risolvere, governare. A Latina però, nonostante le percentuali bulgare del partito di Salvini,  passano anche Procaccini e De Meo che rispecchiano le politiche di selezione della classe dirigente salviniana ma che leghisti non sono. A Latina il criterio del legame con il territorio, con il buon governo, con la trafila, gli ex alleati l’hanno rispettata e adottata, forse anche più della Lega. La Lega vince, elegge Adinolfi, ma non è padrona assoluta. Ogni elezione ha la sua storia e ogni voto ha il suo volto. Questo voto ha il volto di Procaccini e De Meo.