Vinicio Capossela a Sermoneta, concerto immaginifico tra uomini e bestie

Vinicio Capossela a Sermoneta, concerto immaginifico tra uomini e bestie

28 Maggio 2019 0 Di Luca Cianfoni

Sabato 25 maggio a Sermoneta, nella splendia cornice del Castello Caetani si è svolto il concerto del cantautore italiano Vinicio Capossela organizzato dalla fondazione Roffredo Caetani. La prima data del suo tour è stata proprio nella città pontina, al termine del Maggio Sermonetano, regalando emozioni seppur sotto una sottile pioggia che non ha spaventato i fan.

Gira, gira
gira la pioggia
la pianola, la pianola
spazza la sera
piccolo piccolo è il cielo
e grande
più grande per noi
Vinicio Capossela, Nella pioggia.

La pioggia non scoraggia i numerosi fan

Anche sabato sera, il cielo che si intravedeva dalla corte del palazzo medievale di Sermoneta era piccolo, limitato, incorniciato e ciò che racchiudeva erano nuvole scure, che sembravano gonfie di pioggia. I fan di Vinicio Capossela però, speranzosi che la pianola e la musica del cantautore irpino possano scacciare la notte e la pioggia, si armano di mantelline e sfidano le intemperie. Così alle 21.00 puntuali si abbassano le luci del palco, i musicisti iniziano a suonare e la pioggia inizia a cadere. Capossela entra sul palco vestito da untore, con un bastone pieno di sonagli; sembra svolgere un rito apotropaico e infatti la pioggia continua a cadere, ma fina e innocua.

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Vinicio Capossela a inizio concerto travestito da untore della peste.

Il concerto di Capossela a Sermoneta

“La peste” è il primo brano che Capossela esegue sul palco di Sermoneta:

La meravigliosa peste virale
Che tutti ci fa liberi
Che tutti ci fa uguali […]
Che venga la peste e liberi il divieto
Che venga la la peste, arda nella sete
Disconnessi al mondo connessi nella rete
Let’s tweet again
Let’s tweet again
Let’s tweet again

Il duro attacco è rivolto alla rete, a internet, ma più che lo strumento la canzone condanna l’uso distorto e l’abuso nell’utilizzo, che rende “disconnessi dal mondo e connessi nella rete”.

In questi tempi neo-medievali, in questa meravigliosa cornice di questo castello, anche il tempo, piovoso, si è voluto accordare a questo spirito.

Scherza Capossela e continua il suo concerto presentando per la prima volta dal vivo “Ballate per uomini e bestie”, sua ultima fatica discografica. La band che lo supporta è un misto di moderno e antico: chitarra elettrica ma anche liuto, batteria e viella, basso e contrabbasso. A dominare il palco al centro della corte del palazzo Caetani di Sermoneta è il pianoforte, fido compagno di viaggio di Vinicio. Insieme a lui Capossela assume il potere di incantare, di affascinare e infatti tutti i fan presenti rimangono in silenzio, impossibilitati a cantare.

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Vinicio Capossela al pianoforte durante il concerto.

Le canzoni del nuovo album

L’estrema velocità e il cannibalismo della politica di oggi è ben rappresentata da “Le loup garou”, canzone ispirata a una storia francese del 1600 nella quale un uomo si consegna al tribunale ecclesiastico perché crede di essere un lupo mannaro.
La sensibilità persa del mondo di oggi è affidata invece alla ballata per gli uomini “Il povero Cristo”, efficace raffigurazione di chi siano oggi gli ultimi, i diseredati, quelli che appunti vengono chiamati poveri Cristi. Infine la prima parte del concerto è chiusa con “La lumaca”, “animale umile che striscia a terra e da cui dovremmo imparare un po’ di umiltà farsi piccoli per ospitare le cose grandi”. Il brano lento, come a descrivere l’incedere dell’animale permette di tornare ad apprezzare il trascorre del tempo.

Le vecchie glorie

Vinicio Capossela poi delizia i fan con vecchi brani tratti da album vecchi, le note di “Corvo torvo” storte, zoppicanti e dissonanti sono accompagnate dal battito di mani dei fan. I ritmi inferociti e viscerali del “Ballo di San Vito” chiamano in causa quel sud purtroppo abbandonato a se stesso e che sempre più diventa “terra di confine, terra di dove finisce la terra”.
Infine le distese e rilassanti note di “Camminante” lasciano partire gli ascoltare per un viaggio lontano, nei cieli della Patagonia seguendo semplicemente il “volo del gabbiano”.

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Vinicio Capossela travestito da corvo durante l’esibizione a Sermoneta.

Il messaggio umano delle canzoni di Capossela

Il concerto di Capossela è un percorso immaginifico tra le sue canzoni dedicate appunto a uomini e bestie, sottolineando il distacco che ormai noi uomini abbiamo nei confronti della natura. Questo sentimento porta a sentirci “altro” dal mondo che abitiamo, estranei dalla realtà che viviamo.
Le canzoni eseguite al Castello Caetani ci portano a riflettere su questa lontananza e a ricordarci che anche se noi ci chiamiamo uomini e ci sentiamo superiori, altro non siamo che animali abitanti di questa terra, che stiamo miseramente maltrattando e buttando via.

Il finale con amarcord

Sermoneta per me significa molto. Qui venni in un periodo particolare per me, quando avevo scritto “Ovunque proteggi”. Questo posto mi portò fortuna, quell’album andò bene, per cui ve la voglio riproporre.
Per chi ascolta Capossela conosce la bellezza di questa canzone, per chi non la conoscesse, bè ascoltare per credere.

La scaletta del concerto

  • La peste
  • La danza macabra
  • La ballata del carcere di Reading
  • La belle dame sans merci
  • Perfetta letizia
  • Il testamento del porco
  • Le loup garou
  • Il povero Cristo
  • I musicanti di Brema
  • La lumaca
  • Corvo torvo
  • Faccia di corno
  • Zompa la rondinella
  • Aedo
  • Il ballo di san vito
  • Camminante
  • Ovunque proteggi