Itinerari circolari del Parco del Circeo, la sostenibilità che c’è
30 Maggio 2019Il Parco del Circeo tra sostenibilità e biodiversità, questo il tema caldo (visto il cambiamento climatico in atto, appunto) del convegno “Itinerari circolari del Parco del Circeo”. E’ un periodo questo in cui tutto sta prendendo, per fortuna, la rotta del sostenibile. Pure il Parco. La giornata di studi del 29 maggio, accolta nella Casa del Parco di Sabaudia, è un alternarsi di numeri confortanti. Dati, statistiche ma anche progetti ambiziosi in esecuzione.
In sala, gli ospiti attenti, sono piacevolmente sorpresi da quei numeri positivi. Infatti, abituati come siamo alle cattive notizie, appuntare sul taccuino risultati “in verde” quasi stupisce.
Sostenibilità: dal vincolo all’opportunità
Apre i lavori il direttore dell’Ente Parco Nazionale del Circeo Paolo Cassola:
Si è passati dal vincolo della sostenibilità all’opportunità di esserlo creando anche sviluppo. Il Parco del Circeo oggi fissa 350.000 tonnellate di C02 l’anno.
Cassola presenta il progetto “Itinerari Circolari – Ambiti e percorsi possibili di sostenibilità e circolarità nel Parco nazionale del Circeo”. Il progetto prevede lo studio, la ricerca, l’elaborazione e la realizzazione di ambiti progettuali diversi, dalle Lestre agli ambiti naturali, nel pieno rispetto delle pratiche di economia circolare.
Anche il Presidente Federparchi Giampiero Sammuri porta un esempio positivo: il Parco Nazionale Gran Paradiso.
Raggiungere l’indipendenza energetica delle strutture di servizio producendo il minor impatto per l’ambiente è possibile. Ben 29 presidi di alta quota, non allacciabili alla rete elettrica, sono stati dotati di pannelli fotovoltaici. 6 presidi muniti di collettori solari per la produzione di acqua calda sanitaria. 4, situati nelle vicinanze di ruscelli dotati di microturbine idroelettriche per l’autoconsumo. Inoltre in fondovalle 3 caldaie a gasolio sono state convertite a biodiesel.
Pianosa, dal carcere alle visite guidate
Lascia a bocca aperta il caso Pianosa. L’isola totalmente chiusa al turismo fino al 1998, poiché carcere di massima sicurezza, riapre dopo la dismissione da carcere, solo nel 1999 alle visite guidate.
Da allora c’è una riorganizzazione delle visite guidate in questa piccola isola, che porta benefici economici ma anche di tutela del territorio. Il perché la visita guidata sia così importante lo spiega il Presidente Sammuri. Innanzitutto per la tutela dello stesso ambiente.
Anche Cassola sgrana gli occhi al dato: registrato meno di un ettaro percorso da fuoco. Un risultato eccezionale. Questo è possibile poiché l’accesso è consentito solo se si è accompagnati da una guida. Si crea lavoro, si salvaguardia l’ambiente.
Non solo. Grazie alle visite guidate, e agli operatori opportunamente formati, si diffonde ai visitatori una cultura ambientale che porteranno a casa insieme al loro zainetto da trekking.
In aggiunta, con le visite guidate è favorita l’occupazione qualificata, coerente con la mission del Parco.
Insomma, tre piccioni (o tre Berte, meglio) con una fava.
Pure il Prof. Marco Marchetti, del dipartimento di Bioscienze e territorio Università del Molise, è d’accordo.
Occorre valorizzare l’implementazione della strategia attraverso la pianificazione partecipata, la diffusione della conoscenza e lo sviluppo delle capacità. Lo stato della biodiversità si migliora attraverso la salvaguardia degli ecosistemi, delle specie e degli habitat. Per fare questo occorre ridurre le pressioni dirette sulla biodiversità e promuovere l’uso sostenibile delle risorse.
I magnifici cinque
Avverto una meraviglia, un “wow” collettivo in sala, quando il Prof. Marchetti mostra le notizie dal mondo Forest Stewardship Council (FSC). Si trovano in Italia le prime foreste al mondo ad aver calcolato il benessere prodotto dagli alberi. Su oltre dieci siti in otto Paesi, il nostro è il primo ad aver ottenuto la certificazione a livello mondiale verificando tutti e cinque i servizi ecosistemici. Conservazione della biodiversità, servizi di regolazione idrica. conservazione del suolo,sequestro del carbonio e servizi ricreativi: i magnifici cinque, nel bel Paese.
Giovani idee: cellule abitative sostenibili per i pastori
E’ con la laureanda Federica Giacchetti, del dipartimento di Architettura dell’Università di RomaTre, che viene a galla una fresca intuizione. Un percorso di ricerca per attuare soluzioni abitative legate alla pastorizia, riprendendo l’idea delle lestre. Dunque una progettazione di una unità in cui vivere, sostenibile, fatta di materiale trovato nei boschi stessi. Ne beneficeranno i pastori stessi, che molto spesso sono costretti a vivere in roulotte, in pieno abbandono sociale.
Un importante giornata di studi si conclude, ed inizia un nuovo capitolo per la storia dei Parchi. Esco dalla sala con una nuova visione del Parco del Circeo e dei Parchi Nazionali. Non sono soggetti passivi. Anzi. Giocano un ruolo fondamentale nello sviluppo sostenibile. Gli attaccanti dell’economia circolare.