Storia di Corso della Repubblica, la via più antica di Latina

Storia di Corso della Repubblica, la via più antica di Latina

2 Giugno 2019 2 Di Emilio Andreoli

Questa è la storia della via più antica di Latina, usata dai pastori per la transumanza, quando regnava ancora la palude. Veniva usata anche dai nobili Caetani per raggiungere la loro residenza sul lago di Fogliano. Poi Frezzotti con Littoria la rende più importante di tutte. Questa via è Corso della Repubblica a cui sono fortemente legato.

Siamo nel 1932 e all’architetto Oriolo Frezzotti, il conte Valentino Orsolini Cencelli, presidente dell’Opera Nazionale Combattenti, affida l’incarico di disegnare la città di Littoria. Il suo studio inizialmente si concentra sulla viabilità, partendo dai tre assetti viari esistenti che confluiscono al Cancello del Quadrato, oggi Piazza del Popolo. Le tre vie formano una grande ipsilon. La più importante è quella che porta al lago di Fogliano. Veniva usata dai pastori per la transumanza, scendevano dai monti Lepini, ma anche dalla Ciociaria e dall’Abruzzo. Era percorsa anche dai nobili Caetani, per raggiungere la loro residenza sul lago di Fogliano.

Con la bonifica la palude è sconfitta, la malaria ancora no, per questa bisognerà attendere il DDT americano. Intanto Frezzotti disegna una geometria perfetta, a raggiera, e alla via dei pastori viene dato il nome di Corso Vittorio Emanuele III ed è la strada più larga della città. Nascono poi gli edifici di fondazione e il corso assume sempre più importanza. Ci sono anche le autolinee a due passi dalla torre civica, il primo bar, il Poeta, e le prime attività commerciali.

Dopo la guerra ci sono macerie ovunque e i nuovi politici hanno fretta di cambiare. La monarchia ha perso il referendum del 2 giugno 1946, e quindi Littoria diventa Latina e il corso Vittorio Emanuele III, cambia in Corso della Repubblica. Purtroppo negli anni ’60 cambiano anche i connotati della via. Vengono abbattute alcune case di fondazione e al loro posto costruiti palazzi di architettura totalmente diversa, che ne cambiano irrimediabilmente l’immagine.

L’architettura snaturata

Davanti il Palazzo M, dove doveva sorgere il Foro Littorio collegato al teatro, nasce un grande caseggiato, con un ampio portico. Proprio lì sotto nel 1968 apre il Supercinema, il più grande a Latina. D’altronde nel 1960 hanno buttato giù il cinema dell’Aquila per fare il palazzo della Standa, una vera porcata che cambia la skyline di piazza del Popolo e della città. Ma nessuno dice nulla, Latina non se la sente nessuno addosso, vengono tutti da altri lidi, non c’è identità e quindi ognuno fa come gli pare. Eppure c’è tanto terreno, al di fuori del centro di fondazione, che potrebbero costruire altre mille città.

Corso della Repubblica, nonostante tutto, rimane la via più bella, anche se non spetterebbe a me dirlo, perché sono di parte. Ci vivo dall’infanzia e il mio cuore è qui e non m’immagino in nessun’altra parte del mondo. Rivedo i miei tempi andati quando migliaia di ragazzi, piacevolmente rumorosi, affollavano i portici fino ad arrivare a piazza San Marco. Oggi mi manca il rumore del traffico, di motorini e macchine, mi manca il rumore della vita.