Copiare agli esami e le tecniche di ctrl+v
5 Giugno 2019Esami in arrivo: copiare si o copiare no? Copiare di sana pianta o dare giusto una sbirciata al compito del compagno di banco, così tanto per vedere se quella disequazione ha lo stesso numero. Per tranquillizzarti. E consegnare il compito senza pesi sullo stomaco.
Tranne poi scoprire puntualmente, dopo allungamenti di collo modello giraffa, che i risultati non solo non sono uguali. La prof i compiti li ha dati diversi, per file. Fila A e fila B. Che moda è questa, una volta non si facevano queste distinzioni prof, eravamo tutti uguali, ora ci fai guelfi e ghibellini e scambiarsi occhiate che sanno di grido di aiuto col compagno a gomito non ha più senso.
Copiare agli esami: il gioco sporco del ctrl+c
Copiare. Lo abbiamo fatto tutti. Ma quanto fa male?
Tutti sanno che è sbagliato, ma quanto è comodo. Copiare fa male, se non sai come farlo.
Sabrina nei suoi freschi 17 anni si domanda perché io prenda appunti sui suoi trucchi per copiare. Sono abbastanza grande per gli esami di maturità ma abbastanza piccola per fare la spia ai suoi genitori. Lei studia lingue al Majorana di Latina e quest’anno ha gli esami di quinto.
Per copiare devi essere abile, ho letto che chi copia ha un QI più alto rispetto agli altri.
Se lo avesse davvero, perché copiare allora? Non glielo dico ovviamente, non voglio rompere subito questa relationship. E poi se è vero che gli esami non finiscono mai, mi conviene aprire bene le orecchie, magari ha qualche trucchetto nuovo da insegnarmi.
Copiare, se sai come come farlo
Prima cosa, prevedi che posto occuperai durante l’esame. Vicino al muro? Perfetto, un nuovo alleato. Puoi usarlo per appuntarci a matita leggera qualche formula o quelle date delle guerre che proprio non ti entrano in testa.
Oltre al muro, c’è il banco. Il socio perfetto. Stessa tecnica, poco prima del compito in classe lo si usa tipo block notes, ma con eleganza, poche scritte, sottili, una specie di mappa concettuale. Se soffri di iperidrosi non fa per te, tra l’ansia di essere scoperto e la paura per la prova, rischi col tuo stesso sudore di cancellare quello che hai appuntato, con tanto impegno.
Si copi chi può
Gli alleati del banco sono poi tutti gli oggetti che puoi tenerci sopra:
- la calcolatrice, la usi per scriverci sopra i P*V=n*r*T (non dalla parte dei tasti, dai … ma non avevate il QI più alto?)
- l’astuccio, dentro un sottobosco di miniature di pizzini, penne magiche nascondigli di present perfect e present continuous, gomme sempre nuove di zecca tutto l’anno con il cartoncino intorno per ficcarci nozioni base di storia dell’arte.
- la bottiglietta d’acqua. E qua, un tappeto rosso lo stendo solo per l’impegno che richiede la preparazione di questo barbatrucco. Preparano e poi stampano al pc l’etichetta della bibita. Riportano in grande solo il nome della bibita, il resto è pieno di regole di trigonometria.
- il vocabolario.
Qua ci sarebbe posto per tutta la Divina Commedia. Ma non devi farci troppo affidamento, perché parecchi prof mettono a disposizione il vocabolario della scuola, da consultare in cattedra sotto i suoi occhi. E chi si alza, potrebbe cadermi per strada qualche bigliettino.
- il telefono. Se puoi usarlo, puoi anche fare “delete” di quanto sopra. Sei salvo. Sempre che il tuo traffico internet sia d’accordo.
Mentre speri ad un miracoloso 50:50 di Jerry non dimenticarti di te, nascondiglio vivente di appunti. Nell’ordine, anche in base alla stagione:
- in estate: non puoi scriverti sulle braccia, il prof si insospettirebbe nel vederti col golfino di lana a maniche lunghe. Se indossi un pantaloncino o una gonna non ti sarà difficile scriverli li.
- in inverno. Ah, la moda dei jeans strappati! Infilarci dentro i bigliettini non è mai stato così facile.
- i cerotti. Il prof potrebbe chiederti perché alzi di continuo quel cerotto. Che ci sarà mai li sotto? Stai solo monitorando lo stato della fibrina su quella ferita ( e 20 luglio 1969, Armstrong sulla Luna)
- le scarpe. Nascondiglio perfetto: i più audaci si attaccano le formulette sotto la suola.
- la cartuccera. Una specie di cintura con tanti posticini, per far stare vicine vicine le fotocopie rimpicciolite
Ma questo è appannaggio dei compagni più ricchi, gli altri si limitano a fare gli amanuensi.
Quindi esistono pure copiatori ricchi e copiatori poveri. Copiatori falsi, che si fanno amici del cuore giusto ad una settimana prima del test, con la compagna secchiona.
Che il ciel l’aiuti
Sabrina lancia uno sguardo al cielo e fa spallucce. La check list è al completo. Gli esami si avvicinano, e la teoria del ctr+c sembra chiara. In un mondo in cui si copia e basta, da cosa indossi a cosa leggi, dal tatuaggio a cosa bevi, copiare a scuola però non è mai la scelta giusta. Non si distingue il vero merito di ognuno, e fa perde la motivazione che li fa stare seduti su quei banchi: imparare. Perché fingersi più bravi di quel che si è?
Per contrastare il fenomeno al docente non resta che dare da tradurre versioni non d’autore, improvvisare perquisizioni e schermare le aule creando una zona senza campo. Impossibile.
Sabrina mi saluta, mi promette che agli esami non copierà. La abbraccio e le faccio un in bocca al lupo per il suo ctrl+v.
[…] Fonte: Fatto a Latina […]