La recita scolastica e l’Hollywood di cartapesta

La recita scolastica e l’Hollywood di cartapesta

6 Giugno 2019 0 Di Antonella Andriollo

L’anno scolastico si conclude puntuale con la recita scolastica artigianale. Va in scena in una Hollywood di cartapesta, un teatro moderno, opera del riciclo e del fai da te. Anche all’Istituto Comprensivo Vito Fabiano di Borgo Santa Maria. Prima della recita scolastica tutti pregano. I bambini pregano affinché ricordino il loro copione, i genitori pregano il capo per farsi firmare il permesso. I nonni pure pregano, pregano di avere quel posto in prima fila, il nipotino ha una parte fondamentale, quanto il respiro. Arrivano prestissimo. Alle 7:30 l’operatrice scolastica non li ha fatti entrare. Signori, pazientate un pò. Si fa la fila fuori al cancello, un’attesa sfibrante, come dal medico.

Chi è l’ultimo?

La recita scolastica: emozioni comuni di spettatori e attori

Per niente vero che l’attesa del piacere è il piacere stesso. Oggi tutti sono invasi dalle stesse emozioni, profumano di impazienza ed eccitazione. La recita scolastica è un momento di orgoglio, i nani che mostrano quello che sanno fare, e i genitori con tutto il parentato che mostrano il loro fenomeno. Le famiglie allargate trovano spazio pure qua, pur occupando i lati opposti della platea. Le nonne in borsetta hanno portato le Rossana, che il nipotino baratterà con delle Goleador.

Ansia da prestazione

Per alcuni microattori, è un momento di ansia, altri lo vivono con entusiasmo. C’è quello che ondeggia come un pendolo senza aprire bocca per tutta la rappresentazione, quello che si contorce le dita sudaticce, le accavalla, le incrocia, se le infila in tasca, ci trova un fazzoletto, ci giocherella tutto il tempo, e addio alla sua parte, non la reciterà mai. Poi c’è il più spigliato, quello che muove  il capo deciso come i coristi dello Zecchino d’oro.

Il mondo: un palcoscenico dove ognuno recita la sua parte.

La recita scolastica e hollywood di cartapesta

Alla recita scolastica, ognuno ha la sua Hollywood

E’ ora. La scuola apre, tutti in aula magna. Appare il piano scenico levigato dal nonno falegname volenteroso, abbellito da un boschetto di alberelli pastello, storti, di cartapesta. Di lato, un banchetto con l’impianto audio: uno stereo e quattro casse collegate, riproduce tracce di un CD familiare.

Lo stesso recitato dagli stessi spettatori diciotterrime ere prima. Il sottopalco è un cantiere, un via vai di comandi: manca poco al debutto e le maestre ancora danno direttive sull’entrata in scena. Cucito dalla nonna, il sipario: pezzi di stoffa di fortuna. Di solito la moglie del nonno falegname è sarta.

A loro è riservato un posto d’onore in prima fila. Nessuno nota i mezzi di fortuna per abbellire questa aula magna. Oggi è il grande giorno, e quello è il teatro più raffinato e distinto per godersi lo spettacolo dell’anno. Il pargolo alla recita scolastica.

Un biglietto d’ingresso (gratis) in cambio di  emozioni

Le recite scolastiche hanno preso una piega diversa rispetto a qualche anno fa: in inglese, o recite musicali, o recite sportive per mettere in mostra le nuove abilità motorie, non tripli salti mortali, ma saltare a piedi uniti nei cerchi con le braccia conserte. Qualche volta, riassumono una tematica trattata durante l’anno, come la festa dell’albero, abilmente accartocciato da quelle manine artigiane, e plasmato in cartapesta.

Poco importa se la sua parte è proprio quella dell’albero, e tutto ciò che deve fare è stare fermo e dire al momento dell’arrivo delle motoseghe cattivone:

“Non mi tagliate, io vi do l’ossigeno”.

La mamma eccitata lo ha ripreso con l’Iphone e la zia più social ci ha fatto il boomerang. E l’ hashtag è d’obbligo: #premioscar. Inizia la condivisione di quei contenuti, almeno quindici foto e quattro video, che arrivano a Cremona dalla suocera del cognato. 300kb di roba. Ma non aveva “solo” la parte dell’albero? Sì, ma l’ha recitata da brivido. La mamma ha gli occhioni lucidi, è quel miniattore il suo ossigeno. Alla fine, si fa a gara a chi applaude più forte. I bimbi in agitazione, si sciolgono, qualcuno piange e corre dai genitori, succhiando la Rossana.

Sei stato eccezionale!

Il piccoletto in preda al panico non ha aperto bocca per tutta la recita.

Ma non ho detto la mia parte.

Quindi che importa, è stato un silenzio da brivido, un silenzio eccezionale. Alle recite scolastiche niente è come sembra: la spoglia aula magna è l’Hollywood luminosa e ricca e quel bimbo travestito da tronco ha fatto un debutto da premio oscar.