Cantieri di pace, dove non serve il piano regolatore

Cantieri di pace, dove non serve il piano regolatore

7 Giugno 2019 0 Di Antonella Andriollo

I “Cantieri di pace” riafforano in città per la dodicesima volta il 7 e l’8 giugno, in Piazza Berlinguer, nell’area di Campo Boario, a Latina. 11 gli eventi passati messi in opera in 12 mesi. Decine le zone della città che ne hanno beneficiato. Centinaia, in totale, i cittadini virtuosi che vi hanno preso parte, come protagonisti, insieme alle amministrazioni.

Coordinati da Loretta Isotton, consigliera comunale delegata a qualità e vivibilità degli spazi cittadini parchi e arredo urbano,  i cantieri di pace sono cantieri senza un piano regolatore. Sono esempi di impegno condiviso tra istituzioni, richiedenti asilo e cittadini.

Cantieri di pace: chi ci lavora

Tra i protagonisti degli eventi ci sono i giovani immigranti richiedenti asilo di Karibù e di Astrolabio, gli Alpini della Protezione civile, l’amministrazione con i giardinieri e gli operai del decoro, le associazioni e i comitati di quartiere. Ci sono i cittadini del comitato di Latina Nord che hanno sottoscritto un patto di collaborazione con il Comune di Latina per gestire lo spazio esterno all’ex asilo di Via Milazzo.

Una specie di matrimonio allargato. Si sta insieme perché si sposa la medesima causa: favorire l’inclusione sociale e l’integrazione dei migranti attraverso lo svolgimento di opere di volontariato e di pubblica utilità.

Esattamente quella che è stata la bandiera di Umuganda. Quindi si raggiunge un duplice beneficio in una unica azione. Duplice anche il tipo di sorriso. Quello sereno del ragazzo di Karibù mentre regala con le sue mani una nuova vita allo scivolo del parco giochi. Quello gioioso delle piccola che ci arriva volteggiando nella sua gonnellina, e già da lontano lì ci vede un mucchio di colori brillanti.

Il restyling e i fiori che fioriscono

cantieri di pace

La piantumazione di piccoli arbusti, uno degli eventi nei Cantieri di pace

La sfida è fare un giro in altalena, prima e dopo un cantiere di pace. La velocità con cui ti muovi lì sopra è la stessa, eppure sembra un gioco totalmente diverso. Lo è. I parchi ludici riprendono colore, rinascono, in un completo restyling. Letteralmente coi cantieri di pace rinascono i fiori nelle fioriere di Latina e gli alberi nei parchi, piantati dai volontari. L’erba viene tagliata, i rifiuti raccolti.

Integrazione con la “I” maiuscola

Con Umuganda e i cantieri di pace non si fa integrazione: il cantiere di pace é integrazione. L’effettiva integrazione sociale si realizza quando chi è da integrare ha l’opportunità di partecipare a pieno titolo alla vita del contesto sociale e culturale in cui vive. Quando questo è accettato, senza pregiudizi e senza atteggiamenti diversificati. Infatti con i cantieri di pace questa è l’integrazione che si respira.

L’integrato non se ne accorge nemmeno che è lì anche per essere integrato, è un tutt’uno con l’evento, con il territorio, si sente partecipe nell’apportare il suo contributo.

E anche la città non se ne accorge. La città sta cambiando, sta cambiando in positivo, i preconcetti con cui era imbevuta si stanno inaridendo.

Con eventi come quello previsto per questo weekend, si cuciono nuove reti sul territorio, dove il cittadino, di qualsiasi nazione sia, esprime attraverso il suo lavoro l’attaccamento alla sua città. Loretta ci aspetta. Il cantiere è sempre aperto e le “assunzioni” pure: c’è sempre bisogno di nuove braccia all’opera.