La vita è un viaggio di sangue senza algoritmi

La vita è un viaggio di sangue senza algoritmi

7 Giugno 2019 0 Di Lidano Grassucci

Ho,  da un poco di tempo, a che fare con ragazzi che vogliono “intraprendere” nella comunicazione. Tanta energia, tante curiosità, ma anche tanto bisogno di sicurezza. E prendo spunto da questo “bisogno” del si fa così, per dire che, invece, sono mille i colori e solo il nero è tutti, ed il bianco è niente. In mezzo la vita.

Siamo una società che vorrebbe bandire il rischio, del resto ci muoviamo contemplando il principio che la morte non esiste, ma è sempre un errore umano che la causa senza eccezioni. Un tempo si moriva di morte, oggi a causa di una ragione e di un conseguente errore. In una società così non contano i fatti, ma il loro racconto che conforta e non contraddice. Non contano le cose ma contano le cose che, non a caso, stanno dentro un mondo di “virtù'”, virtuale appunto. Un mondo sicuro di algoritmi, di assenza del peso della scelta perché la scelta è nella funzione, è in un percorso matematico, è asettica rispetto a noi e noi siamo così irresponsabili: l’ha detto il sistema. Salvo scoprire che si muore nonostante gli algoritmi e la loro matematica precisione e si muore con dolore nel dolore e si lascia il dolore del ricordo.

Un nuovo moloch invasivo e apparentemente inesistente con sacerdoti insistenti. I nemici? La fantasia, i l’umano, l’intuizione, la creatività, l’essere non eguali ma unici, i ricordi, la poesia, la bestemmia.

Ma i moralisti han chiuso i bar

e le morali han chiuso i vostri cuori e spento i vostri ardori:

è bello ritornar “normalità”,

è facile tornare con le tante stanche pecore bianche!

Scusate, non mi lego a questa schiera:

morrò pecora nera!

Canzone di notte numero 2, di Francesco Guccini strofe non omologate, fuori dagli  scemi degli algoritmi del successo, dentro le storie dei trovatori, degli anarchici poeti di montagna. Il moralista è sempre quello che giudica con la corrente, è quello che naviga sempre con il vento.

La poesia fa si che un poco sia qualche cosa per gli altri, d’amore o di disperazione e si fa con l’anima che non ama la matematica, con l’anima che parla con gli angeli non con i server.

Abbiamo bisogno di rischiare, abbiamo dovere di provare. Poi vecchi diremo: avevamo torto ma abbiamo vissuto.