
Latina dei fiori e della musica, il liceo musicale i ragazzi “suonano” nella città sorda
12 Giugno 2019Abbiamo proposto, su queste colonne, una città dei fiori e della musica. Un risveglio sonoro e visivo di una città, Latina, la cui tristezza avvilisce, annichilisce, e la banalità diventa vivere quotidiano. Un colpo di reni che coinvolgesse per i fiori la Fondazione Caetani con Ninfa (immaginate l’effetto di una città che “si arresa” con i fiori del giardino più bello del mondo) , per la musica la fondazione Campus internazionale di musica e il conservatorio Respighi. A questa idea ha dato il suo sostegno Massimo Rosolini, presidente dell’Ordine degli architetti di Latina, e già assessore comunale e non ultimo protagonista di una fervida stagione riformista che intorno alla cara editrice l’Argonauta portò il fior fiore degli intellettuali italiane ed europei a Latina.
Interviene Paola Di Veroli, preside (oggi si chiamano dirigenti, ma questa parola mi pare non proprio del mondo scolastico che non ha bisogno di essere diretto, ma di essere esaltato) del liceo musicale Manzoni di Latina, che mi apre una porta a conforto della “tesi musicale” di rinascita della città. Il liceo musica, un corso con 27 allievi per classe, è stato istituito nel 2010/2011, all’atto di nascita dei licei musicali italiani. I ragazzi studiano il primo strumento per 5 anni, ed il secondo per 4. E’ nata una orchestra con 50 elementi, con corsi per pianoforte, percussioni, chitarra, violino, violoncello, clarinetto, tromba, flauto traverso, canto. Una realtà nei due cicli di studio che ha coinvolto quasi 300 ragazzi. Poco? Se vi pare poca la bellezza.
Paola Di Veroli mi sciorina i numeri con orgoglio, ma quell’orgoglio non contamina la città nella sua nervatura amministrativa, che parla d’altro. Che si balocca di idiozie urbanistiche, di una memoria fondativa che sta diventando un feticcio vecchio e anche patetico, ma soprattutto inutile.
C’è una città che cambia, una città che vuole uscire da quella fotografia che fece Alberto Moravia di “città del silenzio”, c’è una Latina del rumore, pardon della musica.