La sfiducia da afa a Coletta come il volo ipotetico del pinto (tacchino)

La sfiducia da afa a Coletta come il volo ipotetico del pinto (tacchino)

20 Giugno 2019 0 Di Lidano Grassucci

In televisione è un anno e due mesi che sento commenti accorati e competenti sulla imminente caduta del governo Conte, che non cade mai. A Latina ora c’è la moda e il modo di annunciare cadute e salvataggi di Damiano Coletta contro azioni di sfiducia che la presa del palazzo d’inverno a San Pietroburgo, o la Bastiglia a Parigi sono scaramucce della storia.

Il consiglio comunale di Latina ha 32 consiglieri, 12 di oposizione 20, più il sindaco di maggioranza. Di questi 21 non se ne è sfilato uno, ci sono tre che dissentono nella maggioranza. Insomma tre limbisti (Dante nel purgatorio li avrebbe messi). I tre limbisti non farebbero ad oggi alcuna azione contro Coletta, quindi si oppongono al sindaco in 12, qunati ad inizio consiliatura. Chi cade? Al massimo una tegola messa male, le foglie dagli eucalitpi, le nespole mature. In questo giorni l’azione delle opposizioni verte su un documento che “stigmatizzerebbe” con un voto i comportamenti del direttore generale del Comune, la Rosa Jovinella, ma se va bene lo voterebbero in 15, 10 destri, 2 sinistri e 3 semiColettini, contro in 17, più il sindaco 18. Effetto? Uguale a prima. Insomma raccontiamo non la presa del Comune, non la presa in comune, ma una cosa comune perché banale, nulla è cambiato da tre anni a sta parte.

Cade Coletta? No. Le opposizioni? Si oppongono. Le maggioranze? Votano a favore. Il Pd si avvicina a Coletta? Coletta al Pd? Ciascuno resta nel suo. Siamo al racconto mobile di una politica non immobile ma statica: qui non ci sono girondini o montagnardi, ma solo la palude.

Insomma non è accaduto nulla, ma in cielo volavano gli asini. Meglio abbiamo scritto del volo audace, ma ipotetico del tacchino.