Il lupo

Il lupo

22 Giugno 2019 0 Di Lidano Grassucci
Viene da un altro mondo. Sì, come se fosse delle cose del mondo distante. Si nascose su di un monte, lì dove la strada non c’era più, i sentieri neanche e della mulattiera si era perso anche il lontano odore. Osavano qui solo lupi che cercavano di evitare il passo umano. Si arrampicò senza mettere chiodi alle rocce, non era sfida contro la natura o Dio, ma voleva da lì, da quel silenzio, stare a guardarsi a guardare.
Eppure c’era da vedere il piano, il monte di fronte e o le pecore a cercare fresco. Bello, tutto bello ed il cielo lo era di più ma lui, cercava altro. Ricordava di bambini esploranti la vita con promesse, sempre insieme come una banda criminale alla banalità dell’ordine, bambini “sperduti” nella vita una volta uomini. Poi di lei, così presente che aveva segnato ogni fatica della vita per il piacere dato per una volta nella vita e per sempre. Piano a piano, piano sequenza ogni mano che lo aveva sentito come umano e non lupo di passo. Lupo senza branco, lupo che quel branco bambino lo aveva fatto cane sul monte. Le facce, una ad una, gli addii, ciascuno una ferita, tutti dissanguavano. I tradimenti e le congiure a palazzo lo avevano fatto sterile di ogni possibile amabile sogno. Ora qui su, gli viene da ridere a pensare a viaggi in cui i desideri erano impronunciabili per quanto timidi, poi si fece uomo che sapeva i tasti del vivere ed il bacio non era raro, ma sempre imprevedibile e non c’erano angoli per celare gli amori sorgivi, gli amori che si facevano rio, poi fiume, con le anse stanche ma anche con le cascate della passione, Occhi guardanti, occhi guardati, occhi di desiderio occhi desiderati. La bellezza è dono di un creatore che forse non ha mai capito la bellezza stupefacente delle sue creature che solo tra loro, in amore, creano il mondo che non c’è. Si, da qui si vede il panorama intero del piano dei ricordi, ora la pancia duole per i saluti, che arrivano sempre presto, per l’amore che attarda sempre e stringe la felicità a tempo corto. Era qui, in alto dal suo altro mondo. Si dice che ancora oggi ogni tanto reciti poesie al vento e che lei riusciva ad udire, da un altro mondo. Dicono che sia andato lì per amore, altri credono per delusione. Qualcuno ha osato andare lì, ma non c’era niente. Ma non proprio niente, una ragazza ha raccontato di aver udito come musica, poi un rosario non di preghiere ma di parole che gli parvero fossero per lei, era la lingua che non capiva, ma la dolcezza l’accarezzava. Dicono che il lupo sia ancora lì con il suo branco di bimbi a cercare di conquistare il mondo, corrodere la banalità dell’ordine.
foto Ana Pimentel