Sezze, il mio non programma di non assessore e la statua a Fargiani

Sezze, il mio non programma di non assessore e la statua a Fargiani

27 Giugno 2019 0 Di Lidano Grassucci

Ops, me trovo assessore nominato da chi non aveva titolo a suggerimento di chi titolo ha ma non ha chiesto consiglio. Insomma me vogliono non fare assessore su richiesta di un non sindaco che consigli un sindaco che non chiede consigli. Me se sta a n’camà i capo. Ma siccome la bellezza del paese m’do so nato è lo sfottò, la provocazione, l’ironia accetto la non candidatura avanzata dal non sindaco Rinaldo Ceccano su non richiesta del sindaco vero che è Sergio Di raimo. Il Ceccano dice che ci voglio bene al sindaco Sergio Di Raimo, e ci mancasse pure e infatti lo consiglio di continuare a pensare a me come mi penso: non vorrei essere membro di un club che mi veda tra i suoi membri, e non mi frequento.

Però “accetto”, tanto mica costa niente, è pe fa le micche, è pe coglionella, è perchè stamo tra “nune”. Che faraei da assessore? Beh, accenderei la croce tutto l’anno a fa vede che qua c’è la grascia, semo tanto ricchi da potè spreca la corrente (faccio l’impianto a led, ma mica lo sanno quelli del piano), del resto la cornucopia del leone setino è piena mica vota, grascia.

Poi metterei una targa dove stava Fargiani con la scritta: “Alle Osterie di si fanno Patie e rivoluzioni, dove muoiono i rivoluzionari per quell’amore di vino che fa leoni anche le pecore per il tempo che i fumi vanno via, una vomitata e così sia”. Poi una stata a Vincenzo mentre mette le alici sul pane: “All’oste che di storie ne ha tante ed ogni sera mille vite a cui ha dato da bere”.

Daò, stonco stracco e me dimetto. Ma se so non assessore? Ohi cetto e mo accomme me dimetto? Facile, è coglionella e lo avrete capito era per ridere, la politica è cosa seria, Sezze pure e i cantastorie non stanno nel copione.

 

PS: ma la gara delle pastarelle la faccio

Giacomo Malfanti, chiacchiere all’osteria