Copia alla maturità, la ragazza e vecchi ipocriti incartapecoriti

Copia alla maturità, la ragazza e vecchi ipocriti incartapecoriti

29 Giugno 2019 3 Di Lidano Grassucci

E’ solo una ragazza, la studentessa del Grassi sorpresa a copiare la maturità. Ma l’avete guardata mai negli occhi una ragazza di quella età così ingenua per quanto giochi a fare la grande, così pulita per quanto voglia fare la dura, così impaurita per quanto si disegni impavida. Una ragazza semplicemente con anche l’arroganza, che è un dovere, dei suoi anni.

Una ragazza che aveva, che ha, paura, come tutti abbiamo avuto paura alla maturità.

Certo ha fatto quello che fanno tutti gli adolescenti: ha provato ad avere meno paura. Tutti abbiamo portati i rotolini di carta, giorni per farli, ore per celarli, usati mai. Se li avessero trovati ai ragazzi del Grassi avrebbero cercato, con il sostegno di titoli cubitali, Aldo Manuzio che era complice perché stampava.

Chi non lo ha fatto? Se non siete ipocriti tutti riconoscere che vi è capitato. Sei colonne sul giornale per aver copiato un compito, da tre giorni, la polizia postale, il ministero. Ma vi mettete nei panni di questa ragazza? Ma avete un poco di idea umana degli altri. La ragazza ha cercato di lenire la paura, sarà reato e se lo è è sbagliata la legge, ma è umano. Lei è l’unica umana in questa storia in una catena di “doveri”, di “regole”, in cui l’unica regola che serve al vivere “il buon senso” non è previsto. Bastava dargli di “spegnere il cellulare”, con la dicitura “per cortesia”. Lo Stato se non è intelligente si fa imbecille. Come dorme in questi giorni questa ragazza, che segno avrà nella vita. Per aver fatto quel che hanno fatto (dico quasi tutti perché non vorrei che il secchione di turno protesti con “io mai”) quasi tutti, lei capirà di questo “moralismo a campione”, questo accanimento contro la normalità. Sto dalla sua parte, dalla parte della fatica che ha fatto in tutti gli anni di liceo, delle speranze che ha coltivato e che ora vorrebbero farle morire.

Ogni anno 28.000 ragazzi italiani laureati va all’estero a lavorare, a cercare fortuna. Non ho visto nessuno andare ai confini per fermarli offrendogli opportunità e lavoro,. speranza.

Vecchie cariatidi, incartapecoriti spiegano morali che non hanno,  fanno i moralisti gelosi di una gioventù che non hanno più. Forza ragazzi ribellatevi a 20 anni è dovere ribellarsi all’ipocrisia, alla vecchiaia, a regole vecchie se hanno perso il senso dell’umano.

La Scuola di Atene di Raffaello Sanzio