Valvisciolo, usignoli cantano al Festival Pontino di Musica

Valvisciolo, usignoli cantano al Festival Pontino di Musica

20 Luglio 2019 0 Di Luca Cianfoni

Nel chiostro dell’abbazia di Valvisciolo giovedì 18 luglio per il Festival Pontino di Musica si sono esibiti Gregorio Maria Paone e Mario Piluso, clarinetto e fisarmonica che compongono il Duo Marsia. I due artisti provengono dal conservatorio Santa Cecilia di Roma, dove hanno portato a termine la loro formazione musicale.

Gli usignoli al Festival Pontino di Musica

C’è da dire che un duo così non è facile incontrarlo nelle serate di musica classica. Grazie però alla ricercatezza dei programmi e dei repertori del Festival Pontino di Musica, tra le colonne del chiostro dell’abbazia di Valvisciolo si è potuta ascoltare musica pari a quella prodotta dagli usignoli presenti nella valle. 

L’atmosfera creata era soffusa e intima e gli occhi degli spettatori, disposti su due corridoi del chiostro cistercense erano tutti catturati dai due musicisti. Dopo Oblivion del compositore argentino Piazzolla, si passa alla Sonata BWV 1020 di Johann Sebastian Bach. La trasposizione effettuata per il Duo Marsia, di questa composizione originariamente destinata a violino e clavicembalo è eccezionale, sembra quasi che quest’opera sia stata scritta dal compositore tedesco per quest’organico. Da registrare in questa esecuzione l’ottima dominazione del respiro da parte del clarinetto, che nell’Allegro finale riesce ad eseguire una notevole parte virtuosistica senza alcuna imprecisione. I suoni emessi dagli strumenti assomigliano a tante piccole frecce che colpiscono che fissano nell’aria del chiostro le puntuali note del maestro tedesco. 

Beethoven alla fisarmonica

L’ampiezza della fisarmonica unita al suono fragile e delicato del clarinetto, sembrano durante la serata, sgorgare da un organo, suggestione forse amplificata dalla vicinanza con una chiesa. Le Variazioni op. 107 n. 7  di Beethoven sembrano respirare nel mantice di Mario Piluso. L’unione con il suono di del clarinetto fa riscoprire la grammatica della musica, l’armonia, lo stare insieme delle note.

È proprio poi sulla composizione di Ernesto Cavallini, compositore e virtuoso del clarinetto, che Gregorio Maria Paone si esalta e sembra aver rubato il canto all’usignolo nella valle. Il ritmo trascinante dell’Adagio, lascia il posto subito dopo all’allegria, a tratti malinconica della Tarantella.

Viaggiare nel mondo rimanendo seduti

Questa è una delle cose che la musica permette di fare. Viaggiare nel mondo pur rimanendo seduti nella propria poltrona. Il Duo Marsia infatti trascina la propria platea fino in Ungheria, grazie alle Danze ungheresi n.1 e 5 di Brahms. I ritmi sono quelli della steppa e le melodie sanno di est. Le orecchie si fanno contaminare e accolgono voracemente le sonorità grevi e malinconiche ma piene di ritmo tipicamente zigane. Per il Menuetto del contemporaneo Martin Lohse, il clarinetto lascia il palco interamente alla fisarmonica, per poi tornare a dialogare insieme con Unfeeling tango di un altro contemporaneo Danilo Bughetti. Tempi sbilenchi, zoppicanti, sincopati fanno saltare sulla sedia il fisarmonicista e trasportano tutto il pubblico in una milonga argentina. Il pubblico rimane incollato con orecchie e occhi ai due musicisti che suonano questa musica sensuale ai piedi di una croce, in un’unione passionale di sacro e profano.

Standing ovation al Festival Pontino di Musica

La serata dopo l’ultima opera in programma Al di là del mare di Angelo Biancamano, non vorrebbe finire. I due giovani artisti replicano con tre bis in cui mettono in luce la loro ottima coordinazione musicale, il loro continuo dialogare oltre che con le note anche con gli occhi. Entrambi sono presi dalla musica e nonostante eseguano passaggi molto difficili fanno sembrare tutto molto facile e lineare.

Uno dei meriti del Duo Marsia, oltre alla bravura. è quello di operare uno straniamento all’interno della musica, permettendo a opere e composizioni molto famose di rivivere e venir apprezzate di nuovo e meglio, grazie ad uno sguardo diverso e ad un suono nuovo dato alle partiture. L’idea di fondo di questo duo è validissima, le potenzialità per crescere ci sono e sicuramente verranno messe a frutto da questi due talentuosi musicisti.