Roccagorga: non “sfrattate” Reginaldo, vi imploro

Roccagorga: non “sfrattate” Reginaldo, vi imploro

25 Luglio 2019 0 Di Lidano Grassucci

Servente di un pezzo anticarro, fu sempre di esempio ai compagni per disciplina e cura dell’arma. In un aspro e cruento combattimento contro numerosi mezzi corazzati nemici, con assoluto disprezzo di ogni pericolo servì serenamente il suo pezzo che non volle abbandonare anche quando si trovava interamente circondato dal nemico. Ebbe così fine gloriosa.
Sidi Rezegh 20 Novembre 1941 – XIX.

Si chiama Reginaldo Rossi, un caporale di Roccagorga che morì in un posto d’Africa che ora non dice nulla a nessuno, di quando noi invadevamo l’Africa e da noi si andava solo via ma non si vedeva. Avrà pensato a questa piazza quando moriva Reginaldo, l’avrà amata per l’ultima volta parlando la lingua della madre, in dialetto si ama. “Ma i me ne vanco, ma so fatto lo me”. Un caporale di Roccagorga nel dramma di una guerra che ha “ucciso” migliaia e migliaia di soldati, iddio stramaledica chi dice che Mussolini ha fatto la bonifica, gli avrei fatto vedere la faccia della mamma di Reginaldo che è ogni mamma di figlio mandato a morire.

Gli diedero una medaglia a Roma, alla Rocca un monumento. La prima porta la firma del carnefice, Mussolini, la seconda del cuore e dell’amore di Roccagorga “matria” di ogni suo figlio.

Lui, Reginaldo, non ha mai saputo di medaglie e di ricordi, ma la Rocca sì. Stava li, ora? Ora gli spostano il monumento gli spostano i ricordi. Vi prego no, non fatelo non spostate Reginaldo. Se lo spostate cancellate l’ultimo pensiero di questo ragazzo che per la storia è niente, ma negli occhi ha avuto questa piazza per sempre.

Se, amministratori di Roccagorga spostate Reginaldo spostate l’idea stessa che voi non dimenticate nessuno dei vostri figli, fosse pure morto in Africa o nel posto più lontano del mondo. Reginaldo non sa del suo monumento ma voi sì e ciascuno della Rocca che torna o che parte, sa con quella pietra che qui non dimenticate nessuno.

Non spostate il monumento a Reginaldo, già una volta il mio amico carissimo Sabino Vona che ancora riempie i miei ricordi ha tolto i cannoni ai ragazzi del ’99, e se ne pentì. Lasciate il ricordo di Reginaldo dove è, in questa piazza bellissima che è la ragione dell’orgoglio di essere figlio di questa Rocca. Qui, in questa piazza c’è Roccagorga, e non si trasloca l’anima, perchè se lo fai muori, diventi periferia