I murales dell’ex agrario, la bellezza da salvare della Latina nascosta

I murales dell’ex agrario, la bellezza da salvare della Latina nascosta

27 Luglio 2019 0 Di Lidano Grassucci

Se lo vedi, si esiste una città che noti se la vedi. Una città che ha il suo linguaggio, la sua narrazione, la sua dose di ricordi, corti, ma ricordi. Una città che non si è persa nella sua retorica ma cerca a carponi una bellezza che non ha mai avuto. Le città industriali dell’800 hanno angoli così, angoli da cui ricominciare. Dietro il teatro, chiuso ormai da un lustro, ci sono dei murales che fanno Dublino, che pare di stare in un film di una Hollywood che racconta il dopo bomba. Murales di una meraviglia assoluta per quanto di estetica incompresa. Lo spazio è banale, sono capannoni, capannoni che a chiacchiere sono risorti, di fatto sono lettere morte. Tranne… tranne i murales, tranne quella inusitata eresia della vita in uno spazio che era qualcosa ora è niente. In uno c’è un antico caous urbano, c’è la decadenza della società delle automobile, città di latte che si muovono, veloci in potenza, incastrate nella loro assoluta deficienza di vita. E’ dei ragazzi del Liceo Artistico di Latina, quelli del ’93. Un progetto del ’93 in cui qualcuno voleva mettere dentro la città la vita, l’altro è la nuova umanità in un cerchio ideale, ma il dualismo la porta a quel dramma che è la solitudine, i due si danno le spalle incapaci di dividere dolore e quindi destinati a nessuna gioia.

 

Sono lì, degradano col muro, nel muro dimenticati. Poco più in la, alle ex autolinee hanno fatto un murales nuovo con Falcone e Borsellino, meglio con il loro sguardo. Sarebbe bello non far perdere i due vecchi murales, magari chiamando a restaurarli i ragazzi del ’93, oggi uomini fatti con delusioni sulle utopie, o con sogni realizzati. Sarebbe bello guardarci, noi che ci neghiamo.

E gli intellettuali senza intelletto ma con l’egoismo della gioventù che non hanno invece di stroncare dovrebbero scommettere su terreni inesplorati, che i loro sono così brutti e decadenti. Come gli uomini soli del murales.