Cisterna, la Storia (purtroppo) è passata anche a Pratolungo

Cisterna, la Storia (purtroppo) è passata anche a Pratolungo

6 Agosto 2019 0 Di Luca Cianfoni

La memoria che fa fatica a ricordare

Gli episodi dolorosi, la mente dell’uomo tende sempre a rimuoverli. Se poi al dolore si somma il passare del tempo, ecco che il buco nero dell’oblio si presenta e tenta di inghiottire tutto. A questo stava andando incontro la memoria di un episodio importante della storia del nostro territorio, che definisce la nostra identità e determina ciò che siamo. L’evento è quello dell’eccidio di Pratolungo, località tra le campagne di Cisterna e Velletri. Per lungo tempo le amministrazioni comunali delle due città, il 19 febbraio si davano appuntamento nella piccola chiesa del borgo per commemorare quella tragedia. La città di Velletri poche volte ha dimenticato di onorare gli innocenti caduti in questo eccidio, negli ultimi anni invece il comune di Cisterna sembra averli dimenticati. Sporadiche sono le presenze degli amministratori, fisse invece quelle della sezione locale dell’ANPI.

Il fatto

Nell’inverno del 1944, dopo lo sbarco di Anzio, il fronte della guerra in Italia si sposta nel nostro territorio e Cisterna, Latina, Velletri diventano la parte centrale del conflitto. I cisternesi iniziano a rifugiarsi nelle grotte, chi a Palazzo Caetani, chi nelle altre sparse per tutto il territorio cittadino. Alcuni si rifugiano nelle campagne, altri scappano da parenti nelle zone limitrofe cercando riparo e fortuna. Il 15 febbraio Amedeo Moretti è nella sua vigna di Pratolungo, quando sente delle urla provenire dalla sua abitazione. Un soldato tedesco era entrato nella sua casa e stava violentando sua moglie. Presa la baionetta incustodita del soldato tedesco, lo infilza, fino a farlo fuggire. Un altro soldato era fuori dalla casa e nello scontro con Amedeo, muore. Da questo momento la barbarie nazista, ben prima dell’episodio tristemente più famoso delle Fosse Ardeatine, inizia la sua spietata rappresaglia, dieci italiani per ogni soldato tedesco ucciso.

L’eccidio di Pratolungo

Dopo appena quattro giorni, il 19 febbraio 1944 alle 8.00 del mattino cominciano i rastrellamenti.Un ragazzino di tredici anni e uno di diciassette fanno parte di quelle sfortunate dieci persone portate via alla famiglia e alla vita. Una donna incinta di nome Artemisia Mammucari non crede che quello sia un normale rastrellamento per portare gli uomini ai lavori forzati, ha paura e da dietro una pianta d’ulivo grida il nome di suo marito, Luigi Imperiali. I soldati le intimano il silenzio, ma lei non tace, urla ancora più forte. La voce alla fine le rimase strozzata in gola, interrotta da una sventagliata di mitra di un soldato tedesco che la ucciderà senza pietà. Il luogo è stato scelto, il fosso di Castel Ginnetti, al confine tra Velletri e Cisterna. Scrive Francesco Buonincontro:

Riescono a salvarsi in 6, fuggendo dietro la curva del fosso coperta da un fitto canneto, mentre un altro la scamperà fingendosi morto, nascondendosi sotto il corpo del padre e quello di un uomo di Cisterna Gerardo Ramiccia. Anche Elio Mancini in un primo momento si salva, rimanendo a terra svenuto. Ma appena aperti gli occhi scorge il corpo di suo padre riverso nel fosso, e cerca di prestargli un disperato soccorso. Purtroppo un soldato “alto e biondo, dal mantello marrone”, rimasto a sorvegliare i corpi, si accorgerà di lui e lo trafiggerà al collo con la lama della sua baionetta. Straziante è il racconto della madre e della sorella di Silio Papacci, ucciso a soli 13 anni, ritrovato riverso nell’acqua, colpito mentre tentava la fuga. Sabatino Raia era un soldato che dopo l’armistizio dell’8 settembre cercava di ritornare a casa sua nel casertano. Bloccato dall’avanzata del fronte, si era rifugiato a Pratolungo guadagnandosi da vivere lavorando in campagna. Verrà ritrovato con la testa fracassata. Palmiero Casini era stato operato di appendicite all’ospedale di Velletri. Insieme alla moglie tornavano a casa a Cisterna, ma lungo il tragitto decisero di fermarsi da un loro conoscente da cui acquistavano il vino vicino Pratolungo. Proprio questa fatalità lo condannerà all’uccisione insieme agli altri. Stesso destino di Gerardo Ramiccia anche lui di Cisterna, che cercava un posto dove mettere al riparo la sua famiglia, recandosi dal suo compare a Pratolungo. La moglie Regina Toschi fu costretta ad elemosinare il pane dallo stesso comando tedesco che il giorno prima aveva ucciso suo marito. Storie colme di terrore e disperazione, soprattutto per chi subì quella strage perdendo un genitore o un figlio, e dovette affrontare poi le difficoltà e la violenza della guerra.

Le vittime dell’eccidio di Pratolungo

Le vittime che ad oggi si ricordano sono dodici, tra cittadini veliterni e quelli cisternesi di seguito l’elenco completo: Amici Nicola, Ferri Pietro, Mammucari Artemisia, Mancini Achille, Mancini Elio, Martini Carlo, Papacci Silio, Papacci Enrico, Priori Renato, Raia Sabatino, Casini Palmiro, Ramiccia Gerardo.