
Priverno, dalla regione i fondi per il museo della matematica
7 Agosto 2019Sono stati assegnati dalla Regione Lazio 189 mila euro al comune di Priverno per il progetto Palazzo San Giorgio-museo della matematica. Sedici sono stati i progetti ammessi al finanziamento ai comuni della regione per la valorizzazione dei luoghi della cultura per un totale di 3,5 milioni di euro. Il Giardino di Archimede potrà riaprire a Priverno.
Il museo della matematica a Priverno era una realtà che ha portato i suoi frutti già dalla prima apertura nel lontano 1999 con la mostra Oltre il compasso. Una mostra atta alla divulgazione e dimostrazione pratica dei principi di una delle materie forse meno amate dalla maggior parte degli studenti per la complessità e la sua apparente distanza dalla vita di tutti i giorni ai livelli più alti di astrazione.
Oltre alla ricaduta culturale nel paese ed economica per l’ente, in quegli anni una quindicina di studenti universitari vennero assunti come collaboratori per fare da guida agli utenti. Qualcuno, più fortunato, riuscì persino ad essere assunto a tempo indeterminato. Si prospettano quindi anche eventuali posti di lavoro, seppur precari nel caso delle guide.
Per alcuni solo sentire pronunciare la parola matematica può essere causa di brutti ricordi . A volte anche gli insegnanti più preparati ma senza una spiccata capacità comunicativa e divulgativa rischiano di non riuscire appieno nel loro compito e il risultato è l’odio della materia da parte degli studenti. Il museo di Priverno accoglieva la mostra di due insegnanti universitari, il prof. Enrico Giusti e Franco Conti che per “addolcire” la matematica e renderla più affascinante per tutti, decisero così di creare una mostra che avvicinasse gli studenti alla materia appassionandoli e dando dimostrazioni pratiche dei principi che sono dietro anche agli oggetti di uso quotidiano.
Dai principi più semplici ai più complessi gli studenti venivano accompagnati man mano a salire nell’astrazione della materia sempre partendo dal presupposto di dimostrare nella pratica e nel concreto la teoria alla base. Durante le visite, soprattutto i bambini ma non solo loro, restavano affascinati ad esempio da come una lampadina accesa nel punto del fuoco di una parabola potesse concentrare il calore nel fuoco della parabola che aveva davanti, a distanza, tanto da riuscire a far accendere un fiammifero fissato nel punto. Lo stupore dei piccoli studenti era lo stesso che potevano avere davanti a uno spettacolo di magia.
La chiusura del museo è avvenuta forse meno di qualche decennio dopo. Il mancato affiancamento al museo di altre attività legate al target di riferimento avrebbero potuto mantenere alta l’attenzione sul Giardino di Archimede negli anni ed evitarne probabilmente anche la chiusura.