Conte, Salvini, Renzi e il Senato si trasforma in una Chiesa

Conte, Salvini, Renzi e il Senato si trasforma in una Chiesa

20 Agosto 2019 0 Di Luca Cianfoni

Oggi la comunicazione al Senato del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte pare e si sottolinei pare, mettere fine all’esperienza del governo gialloverde. Gli interventi successivi dei due Matteo (Salvini e Renzi), che ormai si fa fatica a capire chi sia in maggioranza e chi in opposizione, portano al paradosso la seduta del Senato, che sembra quasi diventare una messa.

Il discorso di Conte

Il campionissimo Conte, dopo un arringa di circa un’ora, rimprovera al Ministro degli Interni Salvini, l’uso esagerato dei simboli religiosi, tirando in ballo il rispetto dei credenti e, soprattutto, il principio di laicità dello Stato. Quest’ultimo passaggio, pare che il Matteo leghista l’abbia sempre dimenticato, appositamente o no questo non si sa, ma di fatto è così. Il cannibale Salvini ascolta, sbuffa, fa spallucce e gesticola nei confronti del Presidente del Consiglio come a dire, “elamadonna…ops”, suggerendo subito la figura di Renato Pozzetto.

La replica di Salvini

Finito il discorso di Conte, Matteo, quello della Lega, il Ministro dell’Interno, sembra spaesato. Qualche stoccata gli è arrivata, vero, ma lui è un che incassa bene, si sa. Non sa da dove parlare, non sa da dove recitare il proprio copione, da Ministro dell’Interno o da senatore? Alla fine gli viene indicata la via e lascia i banchi del governo. Di tutto punto però, un po’ con fare sprezzante, Salvini affida l’esito del governo, che prima attacca e poi dice di voler tener su, ma a condizione sue, “al buon cuore di Maria”. Ops, ci risiamo.

L’intervento di Renzi

Tocca all’opposizione, o almeno quella che fino ad oggi era opposizione, da domani chissà. Matteo, ora quello del Partito Democratico, quello di cui Giorgetti aveva regalato una foto al proprio Capitano, mettendolo in guardia dal non fare la stessa fine; insomma Renzi, conduce un intervento passionale, concitato, trasportante e alla fine cita… Berlinguer? No per carità. Togliatti, non sia mai! D’Alema, per l’amor di Dio! Esatto proprio lui! Ma chi baffetto? No, no, il Signore, quello con la S maiuscola, ne cita la sua parola o meglio quelle di suo figlio dal Vangelo secondo Matteo, ovviamente:

…ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi.

Anche nei 5 Stelle si cade in tentazione

Chissà se il MoVimento 5 Stelle cadrà in tentazione, per restare in tema, sulla fonte di citazioni da fare. Sembrano resistere e invece no, anche il senatore Morra alla fine cede, e ricorda come il rosario, in Calabria, se sventolato e se mezzo di intercessioni per raccomandazioni alla beata Vergine Maria, significa strizzare l’occhio a una delle maggiori mafie a livello mondiale, che negli anni scorsi non si è fatta problemi a fare stragi anche in Germania ovvero la ‘Ndrangheta. E tre, e anche il M5S ha predicato dopo Conte, Salvini, Renzi.

La seduta è finita andate in pace…Amen

Come annunciato nel proprio discorso dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, alla fine della seduta, dopo che il Senato ha finito la propria discussione e magari si sia votata qualche risoluzione finale, lui si incamminerà verso il colle più importante di Roma, a rimettere nelle mani del Presidente della Repubblica il proprio mandato. Chissà cosa accadrà alla fine di questa giornata convulsa, chissà cosa accadrà nella notte e all’indomani, quando ci sarà anche la comunicazione alla Camera dei Deputati. Chissà se Di Maio muto e dall’espressione inviolabile quest’oggi, riuscirà finalmente a dire qualcosa (come suggeriva Nanni Moretti in un suo film anni fa a un politico a lui non tanto simpatico). Alla fine gli italiani, dopo l’omelia ascoltata da Conte, Salvini e Renzi aspetteranno la saggia decisione e la riflessione di Sergio Mattarella, sicuramente il più amato tra i politici italiani, e Pontefice Massim…ops pardon Presidente della Repubblica Italiana.