Salvini: la festa rovinata e la paura dell’Aventino, i punti deboli del “capo”

Salvini: la festa rovinata e la paura dell’Aventino, i punti deboli del “capo”

11 Agosto 2019 0 Di Lidano Grassucci

A mio zio Tony un venetone di queste terre, gli potevi fare tutto e lui taceva ma non “rovinargli la festa”. Alla vigilia del pranzo con tutti i veneti dell’Agro (si faceva una volta l’anno), gli arrivò una telefonata da Padova che prese la moglie che lo avvertì “Tony, Tony se morto to fradeo”. Zio Tony si disperò, ma non certo per la dipartita del fratello: “proprio un co l’doveva morire, se sempre sta dispettoso”. Agli italiani puoi far tutto, ma non rovinare la festa e Matteo Salvini ha rovinato la festa. Poi gli altri si incazzano, nella rete giro un articolo di Lorenzo Tosa, è virale e arriva su whatsapp che parla di Salvini come uno che decide la crisi di governo, quando si vota, come si vota e dice ai parlamentari della Repubblica (i suoi compresi) di alzare il culo. Che vi ricorda? Nel 1924 i parlamentari italiani invece di stare in parlamento si “ritirarono” indignati sull’Aventino, l’uomo della Provvidenza provvide a chiudere la democrazia in loro assenza. Quell’articolo di Tosa che è un blogger, è una chiamata all’allerta contro una “prepotenza”. Salvini ha il 30% dell’elettorato votate ma vota il 50% degli aventi diritto che manco sono il 100% della popolazione, quindi meno del 15 sta con lui, l’85 sta contro. Giancarlo Giorgetti all’inizio legislatura gli aveva regalato un quadro con l’evoluzione elettorale di Matteo Renzi, ma non ha capito.

L’Aventino per chi ha un poco di cultura politica della sinistra italiana sa che fu un grande errore, che quella scelta pesa ancora nel profondo e quell’articolo evoca questo, rende “responsabile” il mondo intorno al Pd, ma anche tanti liberaldemocratici. La storia da guide, spiega, ma non si ripete. Non a caso Matteo Renzi, che ha tanti difetti, ma p battutista fenomenale non paragona più Matteo Salvini a Mussolini, ma a Badoglio.

Morale della favola, mai rivinare la festa ai Zio Tony, mai chiedere i pieni poteri (la Dc li aveva e anche di più, pure Domine Iddio era andreottiano) ma non lo diceva.

 

Nella foto i deputati aventiniani