Matteo Adinolfi, zitto zitto è il nuovo papa dei leghisti pontini
22 Agosto 2019Questo è l’elogio all’uomo medio, quello che non sta nella mediocrità, ma manco in vetta. Quello che nei film italiani del boom sarebbe stato interpretato da Alberto Sordi. Quello che non faceva il sopra le righe di Vittorio De Sica, non faceva il bello alla Marcello Mastroianni, ma che “faceva per se”. Tolgo dal racconto i grandi attori e ci metto grandi politici, l’avrete capito chi è Alberto Sordi, ma è Matteo Adinolfi che ride sempre, che è impermeabile al mondo ma del mondo ne sa far uso ed è il deputato europeo della Lega. Tradotto: ha il posto di potere assicurato per 5 anni. Gli altri, avrete capito anche chi è Vittorio De Sica è il divino Claudio Durigon che ha evidenziato, stile e capacità sceniche, ma la “bersagliera”, il potere, ora pensa ad alto, a nuovi leader, e se va male farà il senatore semplice, se va bene si deve riguadagnare la stozza con elezioni massacranti comunque. Lui che ha fatto eleggere Adinolfi ora lo dovrà portare come “reliquia” in processione e venerare, anche Francesco Zicchieri, il nostro Mastroianni, dovrà rigiocare la partita, tutta. Dalle nostre parti si dice: chi te in mano ha vinto, articolo quinto. E le mani affondate nel cioccolato belga è Matteo Adinolfi.
Lo trattavano quasi con fastidio, snobbavano le sie iniziative (come la scuola di partito), la sua generosità verso gli ex An, la sua vicinanza a Vincenzo Zaccheo. Invece dalla partita Alberto Sordi, come ogni buon dottor Tersilli, s’è piazzato con i mutuati.
Elogio all’uomo medio, che gli uomini eccezionali forse non ci sono mai stati.