Coletta-Pd, il rischio della retorica la concretezza della svolta

Coletta-Pd, il rischio della retorica la concretezza della svolta

25 Agosto 2019 0 Di Lidano Grassucci

Se sui sommano due difficoltà, ne avrai solo una terza. Se si “ingegnano” due in difficoltà avrai una soluzione per entrambi. A Latina il dialogo tra Coletta ed il partito democratico è avviato, quasi destinato. Il nodo è il come, se la logica è amministrativa, la soluzione sarà fumo, se il confronto è culturale, poi politico ci sarà il ruolo dell'”ingegno”. Naturalmente si deve uscire dal generico: salviamo il mondo, ripuliamo il mondo, plastica free, bicicletta purché sia. E soprattutto va abbandonata l’idea che un comune sia l’urbanistica, non si costruisce e non si costruirà più, perché non c’è più gente ed anche l’importazione di gente da Roma e da Napoli si sta esaurendo. Anzi farei l’assessorato alla forestazione, che si occuperebbe di piantare alberi, di portare ombra alla città: lotta all’afa.

Discuterei di… risorgenza del centro storico riportandoci funzioni. Prima di tutto i servizi del comune, tipo l’anagrafe e le funzioni che oggi sono “perdute” tra via Varsavia e via Ezio. Apertura del teatro comunale, priorità assoluta funzionale e simbolica, politiche per la residenzialità in centro. Ritorno alla funzione formativa con la ricollocazione delle scuole entro la prima circonvallazione. Primo fra tutti il conservatorio, siamo l’unica città che lo nasconde in periferia invece di esaltarlo in centro.

E’ un nodo non amministrativo ma culturale: se la gente non frequenta il medesimo spazio, il centro storico, non ha spazi di contaminazione semplicemente non è una comunità. E il teatro d’Annunzio è emergenza civile, sono 5 anni che è chiuso, se ne costruivano tre.

Fine della politica immobiliarista dell’amministrazione con la soluzione a sprechi evidenti: Icos, cittadella giudiziaria, intermodale o alienazione degli stessi. Un problema culturale, se i 4 milioni di euro spesi per l’Icos fossero stati usati per il decoro urbano saremmo tutti più decenti.

Chiuderei delle partite come le Terme e l’idea di fare gli alberghi prima di avere un turismo. Ma farei un patto con il Parco Nazionale del Circeo per esaltarne la presenza nel tessuto urbano e sull’offerta turistica, cambiare l’immagine di Latina da periferia “razionalista” a polmone verde di Roma, a capitale del benessere.

Latina è capitale dell’area che rappresenta, Latina deve integrarsi con le arre limitrofe, pensare i servizi in termini di area integrata con Aprilia, Cisterna, Sabaudia, Pontinia, Sezze per citare i Comuni grandi ed essere attrattiva anche per Nettuno e Anzio. Deve aprirsi, dialogare con i sindaci, trovare terreni comuni di crescita, soli si muore tutti. A Frosinone lo stanno facendo, si stanno ripensando anche in termini dimensionali.

Naturalmente non sono nessuno, era per dire un metodo, la politica ha bisogno di partecipazione non di pacificazione, di condivisione non di ordini. serve un patto di cittadinanza. Faccio il notista e mi limito a notare.

Servirebbe poi una città pulita, ordinata, non sciatta: gestire i rifiuti non è una scelta ideologica ma una esigenza di pulizia

Una bella sfida se è politica, se è altro semplicemente non è.

 

Foto: Pelizza da Volpedo, il quarto stato