Chissà se Salvini avrà mai visto il Re Leone

Chissà se Salvini avrà mai visto il Re Leone

28 Agosto 2019 0 Di Luca Cianfoni

Chissà se il Ministro dell’Interno uscente Salvini, avrà mai visto il Re Leone. E si che lui di tempo con i suoi due bimbi ne passa molto e non manca di farlo sapere al mondo intero tramite i suoi social, ma avrà mai visto il capolavoro Disney che in questi giorni è tornato nelle sale?

Salvini e i personaggi del Re Leone

Il paragone sembra banale e fanciullesco, ma se andassimo ad analizzare il meccanismo della storia alla base del cartone, ora diventato film, della Disney, vediamo che tutto sommato non è proprio così. Dicendola in parole povere la storia del Re Leone non è altro che il racconto di un personaggio che vuole tutto il potere per sé (Scar) e per raggiungerlo è disposto ad ogni mezzo, financo uccidere. Il controcanto lo fa un altro personaggio (Simba) che in prima battuta è spericolato, che subisce l’esilio per una condanna ingiusta, ma che poi dopo anni e un tortuoso cammino psicologico, torna a casa e con la ragione dalla sua parte si riprende ciò che gli era stato tolto.

Le similitudini tra Salvini e il Re Leone

All’interno del film due canzoni in particolare colpiscono, la prima di Simba, in cui piccolo cucciolo desideroso di voler crescere canta, “Voglio diventar presto un re, fare sempre ciò che mi va”

Voglio diventar presto re!
Corri alla mia destra
Giratii a sinistra
E’ la mia ribalta
Sono sempre in vista

Dopo poco Scar, l’altro personaggio, canta una canzone dalla tematica simile, ma con tonalità più cupe, “Sarò Re“. Qui il leone, reietto del branco, coinvolge un esercito di iene, promettendo a loro sempre pancia piena.

Il mio sogno si sta realizzando
È la cosa che bramo di più!
È giunto il momento del mio insediamento

Salvini, Re leone spelacchiato

E fino all’insediamento, la ribalta, gli occhi sempre puntati su di lui e il pallino della conversazione sempre in pugno, fino a qui Salvini c’era arrivato; come Scar aveva preso il potere, aveva soppiantato tutti, dettava l’agenda politica anche con il suo 17% di voti ricevuti alle elezioni del 4 marzo. Poi? Poi, come dice il proverbio, chi troppo vuole nulla stringe e gli sceneggiatori del Re Leone lo sapevano bene. Dopo un periodo incontrastabile di dominio ha deciso che per lui era abbastanza, voleva di più, i “pieni poteri”, voleva diventare Re. Solamente che in Italia non c’è monarchia, ma una democrazia e l’ultimo a dare le carte non è il Ministro dell’Interno ma il Presidente della Repubblica. Voleva diventare Re ma ha sbagliato la strategia, gliel’hanno detto anche i suoi e chissà ora come lo spiegherà ai suoi elettori tra qualche mese?

E ora?

E ora non si sa chi dovrà recitare la parte di Simba dopo l’esilio e la crescita. Probabilmente PD e 5 Stelle si appaieranno e formeranno un governo, tutto da vedere se di legislatura, di svolta, di necessità, insomma non si sa ancora quale formula si userà, ma sta di fatto che adesso Salvini si è tolto dai giochi da solo. Da Re Leone ora è retrocesso a semplice soldato. Attenzione però, se una volta c’era il giaguaro da smacchiare, ora c’è un leone da battere, che al momento ha subito una sconfitta temporanea, ma non quella definitiva. Non c’è ancora da cantar vittoria.