Intervista a Lidano Grassucci, “Contro l’omologazione”

Intervista a Lidano Grassucci, “Contro l’omologazione”

28 Agosto 2019 0 Di Luca Cianfoni
La storica penna del giornalismo pontino ha risposto alle domande di Carla Felicia, qui riportiamo il testo integrale.

L’intervista a Lidano Grassucci

Non potete parlare con il Compagno Grassucci senza allargare le vostra labbra con una generosa risata.
Direttore, perchè compagno?
Perché sono nato socialista e morirò con la bandiera socialista; quella con falce, martello e sol dell’avvenire. Poi, compagno vuol dire colui con cui hai diviso il cibo, che è una delle espressioni più belle sulle relazioni umane.
I tuoi articoli sono sempre con venature malinconiche, ma si accendono di ironia rapidamente, raccontaci queste due caratteristiche, che riannodi spesso nella tua tradizione lepina.
La malinconia nasce dal fatto di appartenere ad una generazione che voleva cambiare il mondo, ma siamo stati sconfitti perché è il mondo che ci ha cambiati. In questa sconfitta il Mondo ha perso la capacità di ridere, è nata una ignoranza seria e per batterla c’è solo una chiave: l’ironia intelligente. La mia tradizione poi, più che lepina è setina e nasce dal fatto che se vuoi stare al mondo devi essere qualcosa con radici solide. Le mie sono quelle della educazione e della cultura tramandata dai miei nonni, che rivendico, come rivendico la loro e la mia lingua. Ho fatto anche titoli in dialetto e scrivo articoli in setino e proprio in questi giorni con una insegnante di lettere ho avuto un confronto rispetto all’uso del dialetto: credo che le lingue locali siano una linfa fondamentale per l’evoluzione dell’italiano, altrimenti corrotto dall’inglese.

Lidano Grassucci e la politica

Silvio Berlusconi ha inciso nella società italiana tantissimo: una tua riflessione.
Ha portato nella politica le partite Iv, in una fase storica in cui i piccoli imprenditori, le partite Iva, non si rispecchiavano né nella rappresentanza storica del lavoro della sinistra italiana né nel nostalgismo della destra, ma neanche nella DC in crisi. La sua colpa è quella di non aver fatto la rivoluzione liberale e di essere passato da Pera, Martino ed Urbani a Lele Mora.
Oggi i politici sono più vicini ai cittadini?
Assolutamente no, non li conoscono.

L’opinione sul Movimento 5 Stelle…

E i 5 Stelle fatti da cittadini rapidamente e improvvisamente inseriti nelle istituzioni, come non possono conoscere gli altri cittadini?
Interpretano un istinto, quello di alienare le colpe agli altri. L’immagine rappresentativa è quella di Alberto Sordi nel film “Un Giorno in Pretura”, nel quale si giustifica ad un accusa del giudice, dicendo che aveva avuto la scarlattina da piccolo ed è caduto nella marrana (in un fosso, ndr). Quindi non sono un processo politico, tant’è che indifferentemente si alleano con la Lega e il Pd. Non conoscono gli italiani, ma ne sono la macchietta.

E quella su Salvini

Salvini perchè ha sciolto l’esperienza di Governo?
Fermo restando che La Lega è il partito più antico in Parlamento, ma non riesce ad interpretare la società italiana. La legge tramite i social media e il sistema della informazione che la falsano. Salvini ha ottenuto alle Elezioni Europee 9 milioni di voti su 52 milioni di elettori, eppure ha pensato di “essere tutto, invece non è neanche qualche cosa o meglio è poca cosa”. Ha mancato di capacità di analisi, ha fatto incazzare i suoi alleati e ha servito su un piatto d’argento la possibilità di vendetta del PD; Salvini non è un leader. Il principe, secondo Machiavelli, deve conquistare il potere, ma deve anche essere in grado di mantenerlo.
Ha avuto paura della finanziaria?
Un politico non ha paura della finanziaria, ma la fa, altrimenti poteva fare il concorso alle poste.

Latina per Lidano Grassucci

Latina, il tuo capoluogo e tua città di residenza, potrebbe avere una svolta e con che soluzioni?
Dovrebbe diventare una città contemporanea, uscendo dalla nostalgismo che l’ha caratterizzata da Finestra in poi, tornando ad essere una città italiana del XXI secolo e non il museo dell’inizio del XX secolo. Sarebbe questo il grande compito culturale della sinistra a Latina.
Fatto a Latina è il tuo nuovo progetto editoriale, che ha in programma?
Vorrei tornare al giornalismo d’opinione, alla lettura originale, distinguendoci dal copia e incolla, dalla omologazione del giornalismo del paese. Allah ama diversità meravigliose.
Lidano, un viaggio che hai fatto in questi ultimi anni e che ti ha donato qualcosa in particolare.
Un viaggio a Rocca Massima, in termini di spazio 10 minuti in automobile, in termini di tempo un viaggio importante, perché sono tornato al passato. Era il comune dove lavorava mio padre e ritrovandomi lì ho dovuto fare i conti con la mia storia, i miei sentimenti e le mie mancanze. Per compiere dei viaggi non devi andare per forza lontano, ma devi farli in relazione ai sentimenti. Il viaggiatore non è un turista che ruba le immagini, ma sente i luoghi. Il turista è uno che si ingozza di cibo, il viaggiatore si procura il cibo, rischiando il digiuno.
I temi da affrontare per Lidano Grassucci 
Hai scritto circa dieci libri, ne scriveresti uno su questa fase politica?
Non è interessante e non ci sono personaggi degni di essere raccontati. E’ una crisi di classe dirigente, uomini che non dirigono, ma si fanno dirigere dai sondaggi e da un gruppo di opinion leader che raccontano la loro idea della società. Una classe dirigente affronterebbe il vero dramma italiano, l’attuale migrazione dei giovani. La sinistra italiana difese i minatori che avevamo venduto al Belgio in cambio di carbone. Ora stiamo vendendo intelligenze in cambio di sudditanza. Affronterei il tema della speranza, ad esempio toglierei il numero chiuso nelle università, introducendo il rigore negli studi. Se ricrei speranza affronti anche il tema della denatalità. La vera crisi italiana è demografica, non economico-sociale. Ogni nascita è una speranza che incentiva i genitori ad investire nello sviluppo. Non bisognava fare quota 100, ma investire nella scuola pubblica. Quota 100 porta i nonni a consumare il “cibo” dei nipoti, invece investire nella scuola consente ai nipoti di creare la ricchezza per far vivere meglio i nonni.

Studiare il passato per capire il futuro

Un messaggio per gli amici di Lazio Sociale
Avete una bellissima parola “sociale”, che vuol dire mettersi insieme per ottenere un obiettivo. Siete espressione di una grande tradizione, quella del cattolicesimo sociale, che se supera alcuni retaggi di esclusiva, potrebbe dare un grande contributo per costruire una società nuova e giusta. Come diceva Norberto Bobbio se scegli di stare dalla parte degli ultimi ti devi occupare di uguaglianza, l’alternativa è la barbarie del capitalismo, che aumenta il valore delle azioni in ragione dei licenziamenti fatti. Rosa Luxemburg, durante la Comune di Parigi, disse o socialismo o barbarie. O stiamo insieme in società o vinceranno i prepotenti.
Nella cameretta di un giovane Lidano Grassucci, il poster di Che Guevara o di Garibaldi?
C’era l’immagine di Riccardo Lombardi, con la frase: ” è socialista quella società che da a tutti le medesime opportunità, che ciascuno vive con il proprio talento.
C’era anche scritto in un altro poster: “con le budella dell’ultimo prete impiccheremo l’ultimo re”, che significava essere contrari alla oppressione dell’anima e dall’altra a quella del corpo. Una esaltazione della libertà. Nonno diceva: “schitto gl’asino te i padrono”