Latina, storie di suicidi che non ti aspetti

Latina, storie di suicidi che non ti aspetti

7 Settembre 2019 0 Di Emilio Andreoli

Anna Cocco come Laura Luberti, due donne bellissime, sorridenti e in apparenza serene, accomunate da una triste decisione, quella di scavalcare il destino e scegliere la loro fine.  Ma purtroppo non sono solo due casi isolati, in questi ultimi tempi, in troppi hanno deciso di seguire queste orme.

Lo scorso 5 luglio avevo scritto un articolo sul male di vivere, che sta colpendo Latina dopo lo shock del suicidio di Laura Luberti che si era gettata da un traliccio di un’antenna a San Felice Circeo. Poi era stata la volta di Vittorio Bonaldo, zio della attrice pontina Elena Santarelli. Per la sua tragica decisione, aveva scelto il palazzo del Supercinema, si era gettato dal nono piano nel cortile condominiale. Lui aveva motivato con una lettera ed era stato fin troppo lucido nello spiegare le sue ragioni.

La decisione di Anna

Ora Anna! La conoscevo da quando era ancora adolescente. Era di rara bellezza e la sua semplicità conquistava tutti noi ragazzi. Bella solare, sempre con il sorriso. Chissà se lei abbia lasciato scritto qualcosa, sul suo disagio, prima di lasciarsi cadere nel vuoto dal nono piano nella tromba delle scale, da uno dei palazzoni delle Torri. Cosa non le avrà fatto vedere più la luce della vita? È questo l’enigma che mi tormenta, poi se rileggo uno dei suoi ultimi post, sul suo profilo Facebook il tormento aumenta. Una decina di giorni fa aveva scritto  “sole mare amore… cosa chiedere di più?” ma forse ad Anna non bastava, la vita è pesante e a volte è un macigno che offusca la mente e basta un attimo, quell’attimo di non ritorno e che ci lascia increduli e sgomenti, nei tormenti dei mille perché.

Il suicidio: atto di vigliaccheria o di coraggio

In molti credono che suicidarsi sia un atto di vigliaccheria, per la paura di affrontare i problemi che la vita ti pone. Ma noi non possiamo giudicare, noi possibilmente dovremmo capire, anche se è molto difficile comprendere le intenzioni di chi soffre del mal di vivere.

Forse in alcuni casi il gesto estremo non è neanche premeditato, ma di impeto, può darsi in un momento di sconforto o di rabbia. Comunque è un disagio che sta sempre più dilagando, soprattutto a chi ha superato i cinquant’anni. Viviamo in mezzo alla gente, ma in tanti hanno la percezione di sentirsi soli, abbandonati, a volte è vero, ma nella maggior parte dei casi, i parenti e gli amici non sanno davvero cosa fare. Forse sarebbe ora che i servizi sociali, prendano a cuore questo dramma che sta colpendo decine di famiglie della nostra città. Magari organizzando un incontro per parlare di questo triste fenomeno che ci sta investendo in pieno. Perché ignorare il problema è come essere fermo su un binario ad attendere un treno in corsa.  

 

Lascia che sia fiorito
Signore, il suo sentiero
Quando a te la sua anima
E al mondo la sua pelle
Dovrà riconsegnare
Quando verrà al tuo cielo
Là dove in pieno giorno
Risplendono le stelle

 

Quando attraverserà
L’ultimo vecchio ponte
Ai suicidi dirà
Baciandoli alla fronte
Venite in Paradiso
Là dove vado anch’io
Perché non c’è l’inferno
Nel mondo del buon Dio

 

Fabrizio De Andrè