Calandrini: Conte da avvocato del popolo dovrebbe dimettersi

Calandrini: Conte da avvocato del popolo dovrebbe dimettersi

10 Settembre 2019 0 Di Luca Cianfoni

Dure le parole del senatore Nicola Calandrini, Fratelli d’Italia, nella discussione parlamentare svoltasi oggi al senato per la fiducia del nuovo governo: “Conte da avvocato del popolo dovrebbe dimettersi”.

La dichiarazione del senatore Calandrini sul nuovo governo Conte

Fratelli d’Italia è l’unica forza politica coerente presente in Parlamento.
Così inizia il senatore Calandrini il suo intervento in senato, spiegando le ragioni della impossibile fiducia da dare a un nuovo esecutivo guidato dal premier Conte:
Per noi sono innaturali e impossibili le alleanze con chi è opposto al nostro modo di pensare e agire. La politica deve saper scegliere e noi di Fratelli d’Italia abbiamo scelto da che parte stare da quando siamo nati come partito, senza mai rinnegare le nostre idee. Siamo nel centrodestra e non ci interessa altro che un governo sovranista di centrodestra.
Sottolineando e chiarendo adeguatamente la propria posizione e quella del partito a cui appartiene:
Non è un caso che Giorgia Meloni sia stata la sola leader di partito a ripetere sin dal primo giorno di crisi che la via maestra era il ritorno al voto. Al presidente Conte dico che avrà pure la maggioranza in Parlamento e il sostegno del presidente degli Stati Uniti, ma per governare in modo serio c’è bisogno della legittimazione del consenso popolare.
Il ritorno al voto è quello che chiedono dall’inizio della crisi quasi tutte le forze del centro destra, da Fratelli d’Italia alla Lega, fino alla più flebile richiesta anche di Forza Italia. Inoltre nella conclusione del proprio intervento il senatore Nicola Calandrini chiede al professor Giuseppe Conte di dimettersi, per poter consentire al Paese di andare alle elezioni:
L’avvocato del popolo, come il premier si è definito, sta impedendo al popolo di esprimere democraticamente il voto. Se fosse veramente uomo delle Istituzioni, dovrebbe sottrarsi a questo scempio, dimettendosi, e difendendo la sovranità del popolo italiano.