Quando morì Ingrao e quella memoria che manca… alla sinistra pontina

Quando morì Ingrao e quella memoria che manca… alla sinistra pontina

27 Settembre 2019 0 Di Lidano Grassucci

A Latina? Son tutti di destra, ma tutti. Qui c’è la provvidenza, le città nuove, l’acqua cattiva, stagnate e putrida che solo la “volontà” di un capo. Poi? Poi senti che dentro ti “rivolti”, senti il sangue anarchico di un’anima, di un’anima che ribolle. Questa è terra di, 4 anni fa moriva il compagno Pietro Ingrao. Moriva dopo una vita lunga, vita da comunista, ma non di quelli del terrore ma di quelli del riscatto, col rigore di non poter sbagliare.

Ma era comunista di Lenola, di quei ragazzi (con Libero De Libero, Antonio De Santis, Domenico Purificato) che la “ferrovia” (La Roma-Napoli via Formia) portò da qui nel mondo e cambiarono non poco il mondo. Ma qui non si ricordano: cambiarono la poesia, il cinema, la pittura, la politica. Insomma misero il loro mattoncino per una Italia migliore. Igrao è stato presidente della Camera, direttore de L’Unità.

Un gruppo di uomini eccezionali, in un posto che qualcuno dipinge ancora banale, morto. C’era un energia assoluta e non la stasi dell’essere codini. 4 anni fa moriva Pietro Ingrao, la sinistra pontina non se ne ricorda mai, non è politicamente corretto stare con i pezzenti:

Noi siamo i poveri siamo i pezzenti

la sporca plebe di questa età

la schiera innumere dei sofferenti per cui la vita gioie non ha.

Nel crudo inverno la nostra prole per lunga inedia languir vediam

solo pei ricchi risplende il sole.

Mentre essi esultano noi fame abbiam.

Per natura tutti eguali vi è diritti sulla terra.

E noi faremo un’aspra guerra ai ladroni sfruttator.

Non sia pace tra i mortali finchè un uom’ sovr’altro imperi

i nemici a noi più fieri sono i nostri sfruttator

L’inno dei pezzenti, Carlo Monticelli

Ciao compagno Igrao, verrà il sole dell’avvenire anche qui, in questa maremma maledetta.