Inkiostro, Giovanna D’Arco affascina e conquista Cori
19 Ottobre 2019Ieri 18 ottobre, nella chiesa di Sant’Oliva a Cori è andato in scena La Passione di Giovanna D’Arco film di Carl Theodor Dreyer sonorizzato per l’occasione da Xabier Iriondo (Afterhours) e Corrado Nuccini (Giardini di Mirò), penultimo appuntamento dell’anno della rassegna di Inkiostro.
Un film muto nel 2019, La passione di Giovanna D’Arco a Cori
Ha ancora senso nel 2019 guardare un film muto? Ha ancora senso nel ventunesimo secolo inoltrato da parte di artisti sonorizzare un film muto? Assolutamente si. L’arte deve avere anche questo compito, rendere nuovi significati alle opere classiche. Non può esserci un giudizio alternativo a questo dopo aver assistito ieri sera all’imponente opera di sonorizzazione della Passione di Giovanna D’Arco di Carl Theodor Dreyer da parte di Corrado Nuccini (Giardini di Mirò) e Xabier Iriondo (Afterhours). Ieri sera, 18 ottobre, nella Chiesa di Sant’Oliva a Cori, si è tornati indietro nel tempo grazie Inkiostro – Rassegna di Musica buona e giusta, poiché degli artisti che sonorizzano un film muto farebbero risalire il tutto ai primi anni del ‘900, con le sale cinematografiche costruite all’interno dei teatri, piene di fumo e di chiasso. Le immagini in movimento proiettate sul telo riporterebbero agli inizi del 1400, in Francia, durante la Guerra dei cent’anni. Quello che il film ha creato ieri sera nella chiesa corese è stato un atto d’arte di una modernità incredibile. Le immagini del film di Dreyer è come se avessero regalato alle pareti della chiesa dei nuovi affreschi per narrare la storia di quest’eroina francese e trasmetterla ai posteri.
La sonorizzazione di Xabier Iriondo e Corrado Nuccini
Il senso e il significato della proiezione è stato enormemente amplificato dall’opera di sonorizzazione di Xabier Iriondo e Corrado Nuccini, che come hanno detto loro stessi all’inizio della performance artistica, hanno cercato non di descrivere le immagini dal punto di vista sonoro, bensì di commentare il film di Dreyer descritto come “un poema del volto umano”. Questo processo ha dato corpo alle emozioni di Giovanna D’Arco e non solo, anche degli spettatori, ha dato un’identità sentimentale alle immagini. I due artisti hanno commentato il film del 1928 con una musica contemporanea, fluida, che prende dal rock, dal blues, dall’elettronica, senza contrastare con le immagini. Lo spartito sonoro che ne è scaturito ha dato vita a 110 minuti di musica ininterrotta, che hanno composto una trama unica di immagini e note. Tutte le espressioni facciali, tutti gli sguardi espressivi della Pulzella di Orleans hanno avuto più forza grazie alle loro note e anche al loro rumore, perché tutto ciò che è onda sonora è utile ad ampliare lo spettro delle emozioni umane. E in questo film le emozioni sono molte, dagli occhi di Giovanna sgranati per la paura, agli sguardi gradassi dei giudici che godono nella condanna della giovane; dai sorrisi sadici dei torturatori, fino alla furia del popolo nell’aver mandato al rogo la loro eroina, quella che diventerà la patrona di Francia.
Una musica e un’arte che prendono posizione
Quella di Nuccini e Iriondo è una musica che prende posizione e sta dalla parte di Giovanna. È dalla parte della santa, quando durante la tortura suonano musica lieve e soffice, come a voler alleviare l’animo della Pulzella di Orleans e a consolare gli spettatori in chiesa. È una musica dura nei confronti della chiesa e dei sacerdoti, che dovrebbero essere pastori e non giudici. È una musica che sul finale travolge il pubblico con un note potenti ma lente, che attribuiscono un significato unico e liberatorio a Giovanna, alla riscrittura del film e alla performance artistica. Non c’è che rendere merito a Inkiostro che ancora una volta è riuscita a portare la grande cultura nel nostro territorio.