Latina, il jazz piace al Circolo, è sold out Rossana Casale

Latina, il jazz piace al Circolo, è sold out Rossana Casale

26 Ottobre 2019 0 Di Luca Cianfoni

Ieri sera è statala prima serata del nuovo Latina Jazz Club dedicato alla memoria dell’avvocato Luciano Marinelli. Un debutto da sogno con sold out grazie a Rossana Casale, Riccardo Biseo, Elio Tatti e Pietro Iodice.

Latina Jazz Club Luciano Marinelli debutta con Rossana Casale

Un debutto con sold out, lo si può dire, non se l’aspettava nessuno. La sala del Circolo Cittadino di Latina Sante Palumbo è piena di gente. Sedie tutte occupate e persone che pur di assistere al concerto sono rimaste in piedi per tutta la sera.

Quella di stasera è una grandissima manifestazione d’affetto per la musica e per il jazz ed è una bellissima risposta della città.

Dice in apertura di serata il figlio dell’avvocato Marinelli, Piergiorgio.

Lucia’ hai capit c’avimm combinat? – Esordisce il presidente del Circolo Alfredo De Santis -, facciamo in modo di dare alla città ciò che manca e merita.

Il riferimento velato è a un teatro che ormai manca da tanto, troppo tempo in una città come Latina, uno spazio che permetterebbe una scena musicale immensa, che farebbe di Latina la città della musica.

Il racconto del concerto jazz di Rossana Casale a Latina

Cos’è il jazz? Domanda a cui difficilmente si riesce a rispondere, ma dopo la serata di ieri ci si potrebbe provare. Il jazz è pittura futurista, è movimento, è la forza dell’improvvisazione delle regole, è ipertrofia di note, è l’antitesi esatta del suo tempo, gli anni 20 pieni di regole e di dittature. Jazz è il trionfo della libertà.

La serata inizia nella leggerezza della serietà della musica con i tre musicisti che si accomodano ai loro strumenti e scaldano la sala, che freme nell’attesa del concerto. Biseo, da dietro il suo pianoforte guarda il contrabbassista Tatti e il batterista Iodice e li sfida in romanesco: ” ‘a sai?”. È il segnale di inizio. Si parte.

Le mani di Riccardo Biseo cominciano a creare nell’aria invisibile musica che colpisce le orecchie del pubblico in sala. Le sue dita non si fermano un momento, sono fulmine rosa sui tasti bianchi e neri, sono piuma d’uccello che scrivono note con dolcezza di velluto.

Il contrabbasso poi è l’anima della band, se manca lo strumento o chi lo suona non è in serata, a rimetterci sarà tutta la band. Questa sera però Elio Tatti c’è e si fa sentire. Lui è l’anima e lo scheletro della stagione e della band. Le note zoppe, sbilenche del jazz escono dalla tastiera del suo contrabbasso e si amalgamano alla perfezione con gli altri due musicisti. I suoi walking sono infiniti e le sue mani saltano continuamente sul manico del suo strumento, senza fermarsi mai, correndo migliaia di km a velocità impressionanti.

Pietro Iodice già dalla prima canzone sembra avere una mano nascosta. I suoi movimenti sono composti, fermi ma in realtà le sue dita premono sulle bacchette che diventano grilletti per i colpi di rullante, tom e timpano, sincopando, anticipando, quasi ballando su tutti i tamburi.

Il jazz e soprattutto quella di ieri sera è una musica fatta di sguardi. È la dimostrazione lampante che la musica sgorga da dentro ognuno di noi. Lo spartito che seguono i musicisti non è sui loro leggi, ma quello che leggono negli occhi dei loro compagni di palco.

I masterpiece del jazz e la dedica commovente della Casale

Infine entra Rossana Casale, la star della serata. Il primo brano è Ruby my dear, di Telenious Monk. La voce della cantante è magica, apre varchi spazi tempo e trasporta subito in America, nei bar fumosi della New York anni ’20 del ‘900. Delicata, dolce, riesce a modulare la sua voce in qualsiasi modo, dal canto soffuso, a quello più potente, fino ad improvvisare come se avesse un’armonica. Il suo scat è formidabile, riuscendo a toccare le altezze e i timbri più gravi fino a scalare quelli più alti.

I brani suonati sono tra i grandi pezzi del jazz, da Billie Holiday, Good morning hartache, Speak low, Easy to love fino a Everything I have is yours dove dopo il solo di Tatti, la Casale si complimenta e fa partire un applauso scrosciante per il contrabbassista. Avanti ancora con George Gershwin con How long has this been going on e infine Cole Porter con Every time we say goodbye, dedicata al padre di Rossana Casale, Giac Casale, venuto a mancare poche settimane fa.

Si è ottimi musicisti quando lo strumento che si suona diventa estensione diretta della propria mente, ovvero nel momento in cui si riesce a suonare ciò che si pensa. In questo modo si usa lo strumento per comunicare, per dire qualcosa, come se fosse la propria bocca. La band di ieri sera lo ha dimostrato a pieno dai loro movimenti mentre suonavano; sentivano le note entrargli dentro, spostargli l’anima. Un concerto quello di Rossana Casale a Latina destinato a rimanere negli annali della città, appuntamento al prossimo 15 novembre per un nuovo spettacolo.