Latina, la politica e le sardine

Latina, la politica e le sardine

19 Novembre 2019 0 Di Lidano Grassucci

Le cose, la forza delle cose, non la fermi con le previsioni. C’è sempre il non previsto, il non scontato, ma lo devi capire, seguire. Dopo l’Umbria la vittoria di Matteo Salvini in Emilia Romagna era quasi ineluttabile, e ti spuntano le sardine. Ma vale anche per Matteo Renzi con il referendum “comando tutto io”, pareva inevitabile lui era Golia e Davide non si vedeva. Invece? Invece la storia, le storie non sono scritte ma da scrivere. Detto questo spostiamo il sentire da noi, non è scontato il ritorno a destra di Latina, non lo è perchè c’è il nodo della classe dirigente, le spinte vendicativo-restauratrici, e ci sarà anche un effetto sui nomi, sulla credibilità dei candidati. Poi? Poi c’è una città che muove, cche si commuove a prescindere dai protagonisti. Nella vicina Sezze le sardine fanno banco attorno ad una statua, a Latina hanno ancora da definire la loro sorte ma quella domanda politica c’è. Certo se si rimane a Palazzo c’è poco da fare, certo è che se ci si sente bastevoli, c’è poco da fare. Azzardare, Damiano Coletta deve uscire dalla autoreferenzialità, e si deve georeferenziare, essere qualcosa di politico o per o contro.

Due sfide sono in campo: a destra evitare il nostalgismo, la riproposizioni di vecchi schemi e non basterà mettersi maschere, più o meno credibili, ma bisognerà mettere gente incredibile, se c’è: A sinistra bisognerebbe fare di Coletta un simbolo di una battaglia, ma lui deve passare dal ruolo di “capitano” di una squadra di serie C a leader di una squadra da coppa dei campioni. In politica non si può restare fermi, ti spuntano le sardine. Come fu sardina lui 4 anni fa, ma le sardine si salvano in banco, da sole non sono niente.