Latina, Ivan Vandor al Campus presenta il suo archivio

Latina, Ivan Vandor al Campus presenta il suo archivio

22 Novembre 2019 0 Di Luca Cianfoni

Domenica 24 novembre alle 11, nuovo grande appuntamento presso i locali della Fondazione Campus Internazionale di Musica di Latina, Ivan Vandor, compositore contemporaneo, presenterà personalmente tutti i suoi documenti che sono stati donati alla fondazione pontina.

Ivan Vandor a Latina al Campus Internazionale di Musica

Immaginate uno scrittore come Umberto Eco o Andrea Camilleri, persone di cultura immensa e di straordinario talento artistico e studioso, che ancora in possesso dei propri taccuini di abbozzi, manoscritti, ricordi, decidano di donarli a una fondazione artistica in grado di conservarli al meglio. Bene. Ora immaginate sempre che o Eco o Camilleri, ancora vivi e nelle loro forze, andassero un giorno in quella fondazione a presentare alla città e al mondo tutti quei documenti, per loro carta straccia, ma oro per gli storici e gli studiosi sempre intenti alla ricerca e alla ricostruzione della storia. Ecco ora sostituite gli scrittori nominati in precedenza, purtroppo deceduti, con un musicista e compositore contemporaneo vivo, molto vivo, di nome Ivan Vandor, date a quella fondazione il nome di Campus Internazionale di Musica e disegnate i contorni di Latina nella città ospitante e avrete tutto ciò che accadrà domenica mattina. Sì proprio così, uno dei massimi compositori di musica contemporanea vivente, allievo di Goffredo Petrassi, verrà a Latina a presentare il proprio archivio. Un’occasione straordinaria per il capoluogo pontino, per tornare almeno per una domenica al centro della cultura e far impallidire anche Roma.

L’appuntamento di domenica

Dopo i due appuntamenti degli archivi aperti, in cui i documenti di Petrassi, Contilli, Giuranna, De Pablo e tanti altri hanno respirato e si sono mostrati al pubblico di curiosi arrivati al Campus, domenica i documenti di Vandor verranno illustrati in un dialogo tra il compositore e i relatori, Gabriele Bonomo e Daniela Tortora. Inutile dire che l’occasione è irrinunciabile per tutti, dagli studiosi musicali a coloro che amano la musica; ma anche per tutti coloro che provano la curiosità di vedere in carne ed ossa un compositore di musica contemporanea, di solito concepiti come chimere, che nella sua esistenza ha è passato dal jazz, alla classica, passando per l’etnomusicologia buddhista.

A proposito di Ivan Vandor

Scrive la pagina facebook della Fondazione Campus Internazionale di Musica di Latina a proposito dell’ospite di domenica mattina:

Ivan Vandor nasce in Ungheria nel 1932 col cognome Weisz, che il padre cambia in Vándor nel 1935. Stabilitosi in Italia nel ’38 con la famiglia, inizia lo studio del violino, poi a otto anni quello del pianoforte e della composizione. Dai 16 ai 22 anni è sassofonista di jazz. Riprende quindi lo studio della composizione con Guido Turchi, poi con Goffredo Petrassi al Conservatorio di S. Cecilia a Roma, dove si diploma nel 1959. Si trasferisce quindi a Parigi, dove studia con Max Deutsch, l’allievo di Schönberg, ed è uditore nella classe di Olivier Messiaen al Conservatorio. Rientrato in Italia, segue il corso di perfezionamento di Petrassi all’Accademia Nazionale di S. Cecilia, dove poi si diploma. Nel ’62 vince il 1° premio di musica da camera al Concorso Internazionale di Composizione della Società Italiana di Musica Contemporanea (2° premio Stockhausen), ed allo stesso Concorso di due anni dopo ottiene una segnalazione (1° premio Ligeti, 2° premio Kagel), cui seguono altri riconoscimenti. Intanto, scrive musica per alcuni film (di Elio Petri, Nelo Risi, Michelangelo Antonioni, Giulio Questi, ecc.) e suona nei gruppi di improvvisazione Nuova Consonanza e Musica Elettronica Viva (MEV). Si trasferisce poi negli U.S.A., dove all’Università della California di Los Angeles (UCLA) si laurea in etnomusicologia. Intraprende quindi, nelle regioni dell’Himalaya, una ricerca sulla musica del Buddismo tibetano, i cui risultati verranno condensati in un libro (Bouddhisme tibétain, Paris, Buchet/Chastel, 1977, della collana Les Traditions Musicales). Nel 1977 succede ad Alain Daniélou alla direzione dell’International Institute for Comparative Music Studies and Documentation a Berlino (ovest) e dirige la collana di dischi di musiche tradizionali dell’U.N.E.S.C.O. Negli anni successivi, fonda la Scuola Interculturale di Musica dell’Istituto di Studi Musicali Comparati a Venezia, insegna etnomusicologia all’Università Ca’ Foscari della stessa città, è “visiting professor” all’Università del Michigan, Ann Arbor (U.S.A.), ed è vice-presidente della Società Italiana di Etnomusicologia. Intanto, dopo essersi dimesso, nel ’83, dall’Istituto di Berlino, può dedicarsi interamente alla composizione (esecuzioni alla Biennale di Venezia, alla Rai di Roma, Milano, Strasburgo, Colonia, New York, Tel Aviv, ecc.), materia che insegna prima al Conservatorio di Bologna, poi a quello di S. Cecilia a Roma. È pubblicato dalle Edizioni Suvini Zerboni e oggi vive a Giove in Umbria.