Gli occhi di Saverio per scoprire il colosseo di Tor Tre Ponti

Gli occhi di Saverio per scoprire il colosseo di Tor Tre Ponti

26 Novembre 2019 0 Di Lidano Grassucci

La foto l’ho rubata a Francesco Saverio d’Ottavi e lui l’ha rubata a sua volta dalla passione di stare nell’acqua, ma non nell’acqua di mare, o in quella dei grandi fiumi ma nell’acqua nostra che è acqua di canali. Con la canoa si insinua e passa sotto un “colosseo” che lo vedi tale solo se lo guardi dal punto di vista di Saverio, la canoa. A Tor Tre Ponti, venendo da Roma direzione Napoli passi il semaforo e la strada comincia a farsi ritta che la prossima curva la troverai solo a Terracina, ecco una gobba, come quella che ha il dromedario capace di traversate senza acqua, qui dopo la gobba farai una retta alla secca di curve.

E’ il ponte romano di Tor Tre Ponti, sta lì da prima di ogni bonifica integrale o parziale, sta lì romanamente a testimoniare che c’era una ingegneria capace di spiegare un impero e oggi siamo solo giocattolai matti con cemento e ferro.

Il ponte romano fa il suo lavoro, solo Saverio dal basso lo può vedere, quelli sopra? Ci passano ignari di mettere le ruote sulla storia e di correre nel piano che finisce nel mare ma da qui molto lontano.

Angoli di questi posti che non conosciamo per la fretta ignorante di non volerne sapere della bellezza e ci condanniamo alla bruttezza.

Io ho rubato gli occhi a Francesco Saverio e quel suo piede da palude, quella sua antica dimestichezza con l’acqua, da setino di piano.