Latina e la generosità infinita dei Porfiri e l’amore per un sogno di città

Latina e la generosità infinita dei Porfiri e l’amore per un sogno di città

1 Dicembre 2019 0 Di Emilio Andreoli

Questa è la storia di Achille, Maria e Giorgio, la famiglia Porfiri. È la storia di una famiglia di commercianti a cui la città di Latina deve molto, anzi moltissimo, e per questo dovrà essere ricordata, per sempre, alle generazioni che verranno.

 Ero bambino quando mia mamma mi portava in quel grande negozio nel centro di Latina. Aveva un odore particolare che a me piaceva molto, era il profumo delle stoffe. C’andavamo spesso perché mia mamma amava cucire. Ricordo che il commesso srotolava i tessuti sul bancone e lei li accarezzava per capirne la qualità. Il negozio si chiamava Porfiri, aveva un’insegna blu sopra l’ingresso, accanto a quella del “cinema Corso”.

le stoffe del negozio Porfiri

Porfiri era molto frequentato, perché a quei tempi si usava molto comprare le stoffe e farsi fare, dalle sarte o dai sarti, gli abiti su misura. Ricordo ancora il mio primo jeans, me lo cucì un sarto che stava alle case popolari e la stoffa mia mamma la comprò proprio in quel negozio. Erano stretti fino al ginocchio e poi scampanati che dovevano coprire quasi tutta la scarpa.

Quando vado a trovare mia mamma e rivedo la sua vecchia macchina da cucire Singer, ogni volta è un tuffo nel passato e mi rivedo bimbo dentro a quel grande negozio a respirare quel buon odore di stoffa. Mi sembra di udire ancora il rumore caratteristico di quella vecchia Singer, quando tornavamo a casa e lei si metteva subito a lavorare. Ora continua a cucire, ma con l’età ha ridotto molto i suoi preziosi lavoretti.

La storia dei  Porfiri

Gli anni trenta sono appena iniziati. Isidoro e Achille Porfiri sono due fratelli di origine marchigiana, si sono trasferiti a Nettuno, il primo ha aperto un negozio di stoffe, il secondo fa i mercati in tutta la provincia e la gira, in lungo e in largo, con la sua bancarella di tessuti. In una di quelle mattine di mercato si trova a Cori. Qui conosce una ragazza che si è avvicinata per vedere la sua mercanzia. I loro sguardi si incrociano diverse volte in quei pochi minuti. lei è Maria Corsetti, una bella ragazza del luogo. È timida e molto riservata. Achille invece è un intraprendente, molto socievole, scherza ride, attira i clienti ed è un bell’uomo e non gli resta molto difficile fare conoscenza con Maria, che lo guarda affascinata dalla sua affabilità.

Achille Porfiri e Maria Corsetti

Nel 1934 Achille e Maria si sposano e vanno a vivere a Nettuno. L’anno seguente nasce Giorgio, il loro unico figlio. Achille intanto è fortemente attratto dalla città nuova, Littoria, perché capisce le potenzialità economiche che può offrirgli. Nel 1937 vengono a viverci e aprono il primo negozio di stoffe della città. È in via Costa e loro vi abitano sopra. Poi arrivano gli anni difficili della guerra, ma lui non demorde anche quando il palazzo viene danneggiato dai cannoni americani.

Nel dopoguerra gli affari tornano ad andare per il meglio, e nei primissimi anni cinquanta trasferisce il suo negozio in uno molto più grande, in Corso della Repubblica, accanto al cinema. Nel frattempo Giorgio cresce, è un bravo studente e si laurea in “Economia e Commercio”. Il padre pensa al suo futuro, apre un altro negozio in via Lago Asciaghi, angolo via Neghelli (oggi zona pub) e lo affida al figlio. Giorgio è un bel ragazzo, ha studiato a Roma e piace molto alle ragazze per le sue buone maniere, ma non dimentica che il papà gli ha insegnato che nella vita bisogna fare sacrifici.

Famiglia Porfiri

Le favole non sempre sono a lieto fine

Gira con una Vespa 125 e con quella va e torna da Roma in continuazione, Achille allora decide che è il momento di comprargli una macchina, d’altronde se la merita quell’unico figlio che ha. Si è laureato e lavora, certo si diverte pure. Diverse ragazze lo corteggiano e la cugina Simonetta, che lavora in ufficio con lui, lo aiuta a sbarazzarsi telefonicamente di quelle più insistenti. Giorgio convince il padre a comprare una MG decappottabile. Ora potrà andare a Roma tranquillamente in automobile, e non gli sembra vero dopo i tanti chilometri percorsi in sella alla sua Vespa.

Il 21 novembre 1963 è giovedì mattina e Giorgio deve andare a Roma per un appuntamento di lavoro, deve vedere un nuovo campionario di stoffe. Vorrebbe portare con se la cugina Simonetta, la chiama al telefono, ma lei non è pronta. Un po’ contrariato parte con la sua MG, non sa che la sua favola sta per terminare. Arriva quasi ad Aprilia, sulla Pontina vecchia, vede un camion che sta per entrare in un capannone che poi si blocca di colpo in mezzo la strada e lui non riesce a frenare per tempo. L’impatto è inevitabile e devastante, si spezza così la sua giovane vita a ventotto anni.

Giorgio Porfiri

Per Achille e Maria è un dolore insopportabile, il loro unico figlio se n’è andato nella maniera più tragica. C’è anche una ragazza che lo piange, con la quale Giorgio ha una relazione, ed è una ragazza del nord Europa. Poi ci sono i tanti amici. Insomma un duro colpo per i giovani di Latina.

Achille continua il suo lavoro, ma non è più lo stesso, sente però che deve far ricordare quel figlio in qualche maniera alla sua città. Così pensa di donare parte della sua ricchezza all’ospedale Santa Maria Goretti di Latina. Purtroppo questo sogno non lo vedrà realizzato, perché dopo qualche anno da quella tragedia, si ammala di un brutto male e nel 1968 muore.

Nasce il padiglione Porfiri

Maria rimane sola nel suo grande dolore, ma è una donna tenace, manda avanti l’azienda e manda avanti anche quel sogno che aveva il marito. Dedica anima e cuore a quel progetto e nel 1979 lo porta a termine. Nasce il padiglione oncologico “Giorgio Porfiri” dell’ospedale Santa Maria Goretti di Latina. Gli viene dedicata inoltre, una piccola cappella che si trova all’esterno della chiesa San Marco, perché Giorgio era molto legato ai salesiani dell’oratorio. Ad Achille invece, è stata intitolata la via che si trova tra l’ospedale ed il parco San Marco.

A Maria quella donazione non basta, vuole continuare a fare del bene e così si presta anche come crocerossina, accompagna i malati che vanno a Lourdes. Tanto in negozio ci sono persone fidate come Carmine, commesso storico dell’azienda, e di famiglia, come la nipote Loredana, capo reparto donna. Inoltre Tonino, capo reparto uomo e in amministrazione le nipoti di Maria, Simonetta e Marina.

Maria Corsetti raggiunge i suoi cari nel 2008 e l’anno seguente, il negozio storico dei Porfiri chiude dopo oltre settanta anni di attività. Alcuni mobili della famiglia sono stati donati ed esposti al “Museo della Terra Pontina”.

Raccontate questa storia, raccontatela ai vostri figli, ai vostri nipoti, perché seppur triste è una grande storia, che insegna la bontà e non può essere dimenticata. Achille Porfiri e la moglie Maria Corsetti, commercianti, sono stati i più grandi benefattori della nostra città.

 

Ringrazio le nipoti di Maria Corsetti, Simonetta Ceraso e Loredana Mesiano